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Chiesa della S.S. Trinità E la più antica Chiesa dell’Arcipelago. Luogo di culto, di devozione, di solitaria preghiere e di voti. E’ il santuario dell’Isola., mèta di fedeli imploranti grazie e miracoli , ne sono la più genuina testimonianza gli ex voto. Situata su un'ampia e fertile piana (Collo Piano), quasi al centro dell'Isola. Di forma rettangolare, e la tipica chiesetta di campagna, costruita con conci a vista di granito. La costruzione risale al 1768 pochi mesi dopo l’occupazione militare sabauda. Le poche decine di abitanti corsi, oltre a fare atto di sottomissione e richiesta di mezzi di sostentamento, chiesero che venisse edificata una chiesetta. Vi avrebbero provveduto essi stessi se le truppe di Sua Maestà Carlo Emanuele avessero fornito loro il materiale. Eretta Parrocchia nello stesso anno fu dedicata a Santa Maria Maddalena, patrona dell'Isola e il canonico Virgilio Mannu fu nominato primo parroco (dal 1768 al 1773) per molti anni, prima della costruzione del Cimitero (vecchio), internamente ad essa e nel terreno parrocchiale circostante, vi furono seppelliti i morti. Col il sorgere del porticciolo di Cala Gavetta e lo sviluppo del nuovo nucleo abitato fu costruita una nuova Chiesa. Nel I 793 la Chiesa "al mare" divenne la nuova sede della Parrocchia di Santa Maria Maddalena, l.a Chiesetta "al colle" fu invece dedicata alla Santissima Trinità Per molli anni il Parroco, la domenica, celebrava la Messa prima nella nuova Chiesa e poi, a piedi, si recava alla Trinila dove lo attendeva la sempre più anziana e meno numerosa popolazione corsa. originaria dell'Isola. Ha subito nel tempo alcuni restauri. Uno di questi risale al 1881/82, oltre cent'anni dopo la costruzione. Era allora parroco il settantasettenne Michele Mamia Addis e coadiutore parrocchiale il giovane Antonio Vico. Venne organizzata una raccolta di offerte, puntualmente annotata in apposito fascicolo conservato negli archivi parrocchiali, con la somma raccolta. si procedette alla “costruzione di tetto con sabbia e calce”; si realizzò “l’intonaco interno compreso il bianco”; il “rialzamento della sacrestia, facendoci il tetto e intonaco interno e esterno”; si aprì “una porta
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