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n°46 Sabato 23 Novembre 2019

 

Lettera al Direttore della Nuova Sardegna in risposta all’articolo del 17 novembre 2019 sulla chiusura temporanea della Casa “Suor Nicoli”

 In riferimento al recente articolo apparso sul vostro quotidiano riguardante la chiusura temporanea della Casa “Sr. Nicoli” di La Maddalena mi preme esprimere alcune considerazioni, almeno per far emergere i fatti reali, di quanto è successo.

Sono consapevole che la dolorosa e sofferta decisione da noi adottata avrebbe scatenato considerazioni di varia natura e polemiche non sempre legittime che sono insite nelle relazioni sociali, in particolare quando gli eventi toccano casi umani portatori di problematiche non facilmente risolvibili.

Il rispetto per la verità potrebbe portare alla soluzione di problemi complessi come quelli che la comunità Cristiana di La Maddalena ha gestito per dieci anni usufruendo esclusivamente di risorse proprie e grazie all'aiuto della Caritas e dei volontari. Questa realtà parrocchiale ha assicurato a molte persone senza fissa dimora un alloggio dignitoso, pasti caldi ed il conforto che sicuramente dà l'igiene della persona e degli indumenti.

La chiusura temporanea della Casa Sr. Nicoli si è resa necessaria di fronte agli obblighi amministrativi, legali e assicurativi che non potevano essere rimandati ulteriormente.

Purtroppo il volontariato puro non è più in grado di affrontare le complesse situazioni legate a questo tipo di struttura.

A questo si aggiungono un insieme di dinamiche legate al non rispetto delle regole in atto all'interno della casa e alla violazione del quieto vivere e del buon senso da parte di alcuni ospiti.

Diverse volte si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine e dei sacerdoti per evitare più gravi degenerazioni.

È evidente che tale situazione richiede l’urgenza di coinvolgere tutte le istituzioni affinché si trovino le soluzioni più idonee anche perché la responsabilità primaria per rispondere al disagio abitativo e alle diverse fragilità sociali compete ad altri livelli di responsabilità politiche e amministrative. Per questo motivo l'amministrazione comunale è stata avvisata con tempo della chiusura del servizio parrocchiale.

Mi preme, infine, sottolineare ed evidenziare che non è intenzione delle parrocchie isolane abbandonare le persone bisognose. Per questo motivo è stato già avviato con i Servizi Sociali del Comune di La Maddalena il percorso risolutivo per trovare insieme le più adeguate soluzioni. L’augurio è quello di arrivare al più presto alle risoluzioni definitive.            

Il parroco di La Maddalena

Sac. Andrea Domanski

 

EDITORIALE

 Dove conservare le ceneri dei defunti?

 URNA CENERARIASempre più spesso avviene di partecipare a delle Messe funebri non davanti ad una bara ma davanti ad un’urna cineraria. La Chiesa cattolica ha sempre preferito la sepoltura del corpo dei defunti come forma più idonea a esprimere la pietà dei fedeli verso coloro che sono passati da questo mondo al Padre, e a favorire il ricordo e la preghiera di suffragio da parte di familiari ed amici. Attraverso la pratica della sepoltura nei cimiteri, la comunità cristiana, facendo memoria della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, onora il corpo del cristiano, diventato nel Battesimo tempio dello Spirito Santo e destinato alla risurrezione. Tuttavia, in assenza di motivazioni contrarie alla fede, la Chiesa non si oppone alla cremazione. Si comprende che alle volte per alcune ragioni di natura pratica (morte all’estero o nella Penisola), per evitare il trasporto della salma, che sarebbe molto costoso, si ricorra alla cremazione e le ceneri, nell’apposita urna cineraria, siano portate in chiesa per la Messa funebre o di suffragio. La Chiesa in questi casi è contraria alla prassi di spargere le ceneri in natura per esempio a mare, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come ad esempio nelle abitazioni private.

 

(Dove conservare le ceneri dei defunti?)

 Nel caso di spargimento delle ceneri o di sepolture anonime si impedisce la possibilità di esprimere con riferimento ad un luogo preciso il dolore personale e comunitario. Per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute scompare senza lasciare tracce.

 La Chiesa raccomanda che le ceneri non vengano neppure conservate in abitazioni private ma in un campo santo, come lo è il cimitero, il cui nome significa “dormitorio” dal quale un giorno, quello della risurrezione, ci risveglieremo a vita nuova. Dunque un segno di speranza nella vita eterna. La celebrazione liturgica delle esequie dovrebbe precedere la cremazione. Eccezionalmente, per ragioni pratiche, i riti esequiali possono aver luogo a cremazione avvenuta, in questo caso si celebra ugualmente la santa Messa esequiale, solo si omette l’aspersione con l’acqua benedetta e l’incensazione, perché non c’è il segno del corpo del defunto ma solo le ceneri. Mantenere viva la memoria dei defunti e ricordarsi di loro è per le persone in lutto una consolazione ed un aiuto.                        

 D.D.

 

 

I FATTI DELLA SETTIMANA

 ■ Pellegrinaggio mariano e gemellaggio a Carloforte 14 – 15 – 16 novembre 2019

MADONNA DELLO SCHIAVO 23112019Per la comunità de La Maddalena e la cittadina di Carloforte ricorre il terzo anno consecutivo di gemellaggio, segno visibile di amicizia, relazioni umane, culturali e soprattutto spirituali.

Per l’occasione si è organizzato un pellegrinaggio in onore della Madonna dello Schiavo a cui inizialmente hanno aderito in tanti ma, come spesso accade, anche stavolta vi è stato chi ha dovuto disdire per motivi personali o di salute, mentre i più hanno rinunciato all’ ultimo momento, quasi certamente perché scoraggiati dalle previsioni metereologiche, non proprio favorevoli agli spostamenti.

Invece, al di là di ogni aspettativa, ci è stata regalata una giornata di sole che ha fatto ben sperare!

Così, seppur piccolo gruppo di quindici persone, abbiamo intrapreso con fiducia il viaggio, in compagnia di Don Domenico, nostra preziosa guida spirituale, dell’organizzatore signor Pierluigi Aversano, e di suor Giovanna Maria, rappresentante delle suore vincenziane dell’isola.

La prima tappa mariana è stata il Santuario dedicato alla Madonna del Rimedio di Oristano. Santuario dalla devozione pluricentenaria, risalente al 1300, voluta dai Padri Trinitari. Qui, dopo la santa Messa, celebrata in onore di “Maria porta del cielo”, e in compagnia di Giovanni Carta che ci ha raggiunti in chiesa, ci siamo recati al “Centro di Riabilitazione Maria Bambina” per visitare la nostra Giovannina, dove si trova ricoverata da qualche tempo. Con gioia e commozione abbiamo potuto salutarla e ammirarne i progressi.

 In serata siamo arrivati a Calasetta e pernottato in un hotel. La mattina seguente, col traghetto, siamo giunti a Carloforte. È consuetudine che, in occasione dei giorni della novena e della festa, il simulacro della Madonna lasci temporaneamente la sua chiesina per trasferirsi nella parrocchia di San Carlo Borromeo.

Il giorno 15 alle ore 11.30, in una chiesa gremita di gente d’ogni età e alla presenza delle autorità civili e militari, viene celebrata la santa Messa, quest’anno presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Luigi Marrucci, vescovo di Civitavecchia, dal parroco Don Gianni, dal nostro Don Domenico e da altri sacerdoti.

VISITA AL RIMEDIO 23112019Un coro di voci stupende ha egregiamente animato la liturgia, con canti di celestiale bellezza.

Monsignor Marrucci, nella sua omelia, ha individuato il filo rosso che lega le tre letture del giorno ed evidenziato, nel passo del Vangelo di Luca: «La Centralità della Parola che si è fatta Carne grazie a Colei che non ha disdegnato di essere schiava, serva, per rendere noi liberi. San Paolo, a tal proposito, dice: “Talmente libero da essere schiavo di Cristo”. Dunque, “Schiavo dell’Amore” è il titolo onorifico che ogni cristiano acquista al momento del suo Battesimo e che dovrebbe dichiarare con gioia, mettendosi a servizio e senza nulla trattenere».

L’omelia si è conclusa col messaggio forte da vivere: RICONOSCERSI AMATI PER AMARE.

 Terminata la pausa-pranzo l’esperta guida turistica, Natalia, ci ha fatto scoprire i luoghi più significativi dell’isola di San Pietro, tra cui Capo Sandalo, punta estrema di tutta la Sardegna.

Vissuta con grande attesa ma anche con trepidazione è stata la processione, in forse sino all’ultimo a causa di un cielo che prometteva solo tanta pioggia. Le preghiere di piccoli e di adulti hanno fatto sì che questo appuntamento non venisse rimandato, bensì reso ancor più bello perché fortemente desiderato!

Lungo il percorso, fra canti e preghiere, il simulacro della Madonna ha fatto una breve sosta, nel silenzio, davanti alla casa di una signora, allettata da anni, che in quel momento rappresentava tutti i malati della città; spiritualmente ci siamo stretti a loro in un unico, grande abbraccio.

Per noi è stato motivo di grande gioia vedere tanta partecipazione, segno di una devozione particolarmente sentita! Non è sfuggita al nostro sguardo la presenza, oggi non scontata, di numerosi bambini che, con semplicità e compostezza, hanno fatto da corona alla loro cara Madonnina.

Spontaneo è nato in noi un desiderio: poter tornare in quel luogo, dove si respira fede e amore per “Colei che tutto può!”.

La giornata centrale del nostro pellegrinaggio si è conclusa in tarda serata, con la cena in pizzeria offerta dalla parrocchia di Carloforte.


VISITA CHIESA CARLOFORTE 23112019Il giorno 16, l’ultimo del nostro pellegrinaggio, sulla via del ritorno l’autista Andrea ha voluto farci un dono inaspettato: visitare la chiesa del Buon Cammino di Iglesias, situata sull’omonimo Colle, dove oggi sono presenti le monache clarisse. In compagnia dei nostri amici Francesco e Carmen Mancosu, abbiamo poi visitato la Basilica di Santa Chiara dove Don Domenico ha celebrato la messa votiva in onore della santa.

A fine pranzo signor Nicola, padre di Andrea, si è offerto di accompagnarci e farci da guida per un breve ma indimenticabile giro turistico tra ex villaggi minerari e bellezze naturali.

Il nostro pellegrinaggio si è concluso con alcune ore di viaggio, rese leggere dalla recita del santo rosario, in ringraziamento alla S.S. Vergine, da risonanze condivise e dal ricordo ancora vivo dei giorni appena vissuti in gioiosa spiritualità e convivialità, giorni ricchi di incontri, e già venati di nostalgia… .

Auspico che il gemellaggio tra le due comunità si consolidi nel tempo, perché sia espressione concreta di quell’Amore che unisce e fa crescere, sotto lo sguardo della Madonna dello Schiavo e della nostra Santa Maria Maddalena.

Il gruppo dei pellegrini ringrazia di cuore l’armatore della compagnia di navigazione DELCOMAR, Franco Del Giudice, per aver offerto gratuitamente il passaggio del pullman con i pellegrini sulla tratta Calasetta - Carloforte.

                                           R. D.

 

■ Don Roberto Aversano nuovo parroco di Valledoria.

CHIESA CRISTO RE VALLEDORIA 23112019Domenica 3 novembre don Roberto Aversano, maddalenino, ha fatto l’ingresso nella nuova parrocchia di Cristo Re in Valledoria. Era stato nove anni parroco del S. Cuore a Badesi e precedentemente vice parroco ad Olbia presso la parrocchia di Nostra Signora della Salette. All’ingresso ufficiale nella nuova parrocchia è stato accompagnato da una folta rappresentanza di Badesani e da 35 Maddalenini. I parrocchiani di Valledoria e della Parrocchia di La Muddizza e La Ciaccia hanno curato una bella accoglienza al nuovo parroco. Il vescovo Mons. Sanguinetti ha presentato don Roberto ai nuovi parrocchiani ed il cerimoniale prevede la lettura della bolla di nomina del Vescovo, e la professione di fede del nuovo parroco che si impegna a donare ai fedeli il pane della Parola di Dio e della dottrina della Chiesa ed insieme a curare la santificazione del popolo mediante i sacramenti. Dopo questo il Vescovo cede la sua sede al nuovo parroco che dovrà rappresentarlo nell’insegnamento, nella santificazione e nella guida della comunità. C’è stato poi il saluto del sindaco di Valledoria, che ha presentato i saluti e gli auguri di numerosi sindaci provenienti dalla zona circostante. Quindi ha parlato il sindaco di Badesi, il rappresentante del Consiglio Pastorale ed un poeta che ha dedicato al nuovo parroco una poesia. La Messa è stata presieduta da don Roberto che alla fine ha rivolto alle autorità e al popolo il suo saluto ed il suo ringraziamento, ricordando con commozione il momento in cui il Vescovo gli ha comunicato la nuova nomina. Dopo la Messa c’è stato un cordiale rinfresco organizzato dalla comunità di Valledoria nell’ampio oratorio parrocchiale. Don Roberto è arrivato nella nuova parrocchia giusto in tempo per celebrare la festa patronale, quella di Cristo Re, domenica 24 novembre. Gli facciamo tanti auguri di buon apostolato e lo accompagniamo con la preghiera.                    

                       D.D.

■ Le Cellule di Evangelizzazione all’incontro con il Papa.

INCONTRO CELLULE A ROMA 23112019Il 18 novembre, alle 12 nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha incontrato più di 3mila membri delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione (Cpe), arrivati dai cinque continenti e che hanno nel cuore il desiderio di evangelizzare, di portare la Buona Novella a quanti ancora non la conoscono. Molti i Paesi di provenienza, tra i quali spiccano la Cina, il Brasile e il Libano. Erano presenti anche canadesi, statunitensi, maltesi, inglesi, francesi, belgi, irlandesi, tedeschi, ungheresi, portoghesi, cechi, spagnoli, svizzeri e polacchi, per un totale di circa 500 stranieri. L’Italia è notevolmente rappresentata: sono circa 2.500, infatti, arrivati a Roma per l’udienza, alla quale erano presenti mons. Joseph de Metz-Noblat, vescovo di Langres, mons. Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, e mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione, che ha presieduto la messa di ringraziamento. Il secondo incontro con Papa Francesco – si legge in un comunicato – è stato fortemente voluto da don Pi.Gi. Perini, fondatore e presidente dell’Organismo internazionale di servizio per le Cpe. Il Santo Padre lo ha gentilmente concesso sia in occasione del 30° anniversario della nascita dell’organismo delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, sia del 90° compleanno di don Pi.Gi. e per il suo 65° anniversario di sacerdozio, festeggiati proprio nel 2019.   (Dal sito www.vatican.va)

All’incontro era presente anche una rappresentanza delle Cellule di Evangelizzazione della Parrocchia di Santa Maria Maddalena, quindici persone. Dopo aver partecipato alla Messa abbiamo ascoltato le parole del Papa, riportate nel Magistero del Bollettino. Il pranzo, in un ristorantino vicino a San Pietro. Nel pomeriggio visita, con due pulmini, alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, e poi in aeroporto per il rientro a La Maddalena.     

 Francesca Sanna

 

■ Anno giubilare di Bonaria.

Monsignor Arrigo Miglio, prima di concludere il suo mandato di Arcivescovo di Cagliari (il Papa ha nominato pochi giorni fa Mons. Giuseppe Baturi, di Catania, nuovo arcivescovo) ha indetto l’anno giubilare commemorativo del 650° anniversario del rinvenimento della statua lignea della Vergine SS. di Bonaria (1370-2020). È rivolto alle singole diocesi della Sardegna, perché valutino l’opportunità di organizzare in proprio i pellegrinaggi diocesani. Il momento più importante degli eventi programmati sarà la solenne celebrazione del 25 aprile 2020 presieduta dal Cardinale Angelo Becciu.

 

■ Suor Teresa Tambelli verso la beatificazione. Domenica scorsa si è chiusa, alla presenza di Mons. Arrigo Miglio arcivescovo di Cagliari, di tante suore Figlie della Carità, di suor Elena da La Maddalena e di numerosi fedeli, la fase diocesana del processo di beatificazione della religiosa vincenziana suor Teresa Tambelli morta nel 1964. Fu collaboratrice della beata suor Giuseppina Nicoli a Cagliari intorno al 1920. Ora tutta la documentazione è stata inviata alla Santa Sede e si spera in una prossima beatificazione. Suor Rina Bua, superiora regionale delle Figlie della Carità, ha intitolato a suor Tambelli un nuovo centro sanitario. Sarà riservato, come certamente avrebbe fatto suor Teresa, ai poveri e alle persone in difficoltà economiche. Sarà aperto tutti i giorni e sarà gestito da un’equipe di medici, infermieri e volontari.  

                    D.D.

 

■ Condoglianze ai familiari di Gigi Ornano, Mario Napoli, Caterina Orecchioni ved. Casalloni, Raffaele Campione, Maria Raffaella Oggiano ved. Vitiello, Antonio Misiano e Franco Ferrarini che sono tornati alla casa del Padre celeste.

 

AVVISI

Parrocchia Agonia di N.S.G.C. - Moneta

 1. Domenica 24 novembre solennità di Cristo Re dell’Universo, ultima domenica dell’anno liturgico.

 2. Martedì 26 novembre h. 16.00 nella biblioteca parrocchiale di S.M.Maddalena incontro dei Ministri straordinari della Comunione di tutte e due parrocchie.

            h.18.00 nel salone dell’Oasi Serena incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale di Moneta.

 3. Mercoledì 27 novembre festa della Madonna della Medaglia Miracolosa h.18.00 S.Messa nella cappella dell’Istituto San Vincenzo. Non ci sarà la S. Messa nella chiesa di Moneta.

 4. Venerdì 29 novembre h. 18.00 nel salone dell’Oasi Serena incontro dei volontari per la Colletta Alimentare.

 5. Domenica 1 dicembre prima domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico.

            Nell’Oratorio di Moneta ritiro per i cresimandi.

 6. Sabato 7 dicembre Colletta Alimentare nei supermercati e negozi dell’isola.

 

  

Avvisi

Parrocchia Santa Maria Maddalena

 1. Domenica 24 novembre solennità di Cristo Re dell’Universo, ultima domenica dell’anno liturgico.

 2. Martedì 26 novembre h. 16.00 nella biblioteca parrocchiale incontro dei Ministri straordinari della Comunione di tutte e due parrocchie.

 3. Mercoledì 27 novembre festa della Madonna della Medaglia Miracolosa; h.18.00 S. Messa nella cappella dell’Istituto San Vincenzo. Non ci sarà la S. Messa nella chiesa parrocchiale.

S.Messa in cimitero alle ore 15.45.

4. Giovedì 28 novembre h.18.45 nella biblioteca parrocchiale incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale di Santa Maria Maddalena.

 5. Venerdì 29 novembre h. 18.00 nel salone dell’Oasi Serena incontro dei volontari per la Colletta Alimentare.

 6. Domenica 1 dicembre prima domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico.

            Nell’Oratorio di Moneta ritiro per i cresimandi.

            h. 17.00 S. Messa nella sala della Sacra Famiglia alla Crocetta - Padule.

 7. Sabato 7 dicembre Colletta Alimentare nei supermercati e negozi dell’isola.

 

Parrocchia Santa Maria Maddalena

Orari delle Confessioni

 

I confessori saranno disponibili:

Venerdì: dalle 10.00 alle 12.00.

Sabato: dalle 10.00 alle 12.00.

 Sabato sera e la domenica per quanto possibile prima, durante e subito dopo le S.Messe.

 

M A G I S T E R O

 RISPONDIAMO ALL’ODIO CON L’AMORE, ALL’OFFESA CON IL PERDONO

 

Il Vangelo di Lc 21, 5-19 ci presenta il discorso di Gesù sulla fine dei tempi. Gesù lo pronuncia davanti al tempio di Gerusalemme, edificio ammirato dalla gente a motivo della sua imponenza e del suo splendore. Ma Egli profetizza che di tutta quella bellezza del tempio, quella grandiosità «non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». La distruzione del tempio preannunciata da Gesù è figura non tanto della fine della storia, quanto del fine della storia. Infatti, di fronte agli ascoltatori che vogliono sapere come e quando accadranno questi segni, Gesù risponde con il tipico linguaggio apocalittico della Bibbia.

Usa due immagini apparentemente contrastanti: la prima è una serie di eventi paurosi: catastrofi, guerre, carestie, sommosse e persecuzioni; l’altra è rassicurante: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». Dapprima c’è uno sguardo realistico sulla storia, segnata da calamità e anche da violenze, da traumi che feriscono il creato, nostra casa comune, e anche la famiglia umana che vi abita, e la stessa comunità cristiana. Pensiamo a tante guerre di oggi, a tante calamità di oggi. La seconda immagine – racchiusa nella rassicurazione di Gesù – ci dice l’atteggiamento che deve assumere il cristiano nel vivere questa storia, caratterizzata da violenza e avversità.

E qual è l’atteggiamento del cristiano? È l’atteggiamento della speranza in Dio, che consente di non lasciarsi abbattere dai tragici eventi. Anzi, essi sono «occasione di dare testimonianza». I discepoli di Cristo non possono restare schiavi di paure e angosce; sono chiamati invece ad abitare la storia, ad arginare la forza distruttrice del male, con la certezza che ad accompagnare la sua azione di bene c’è sempre la provvida e rassicurante tenerezza del Signore. Questo è il segno eloquente che il Regno di Dio viene a noi, cioè che si sta avvicinando la realizzazione del mondo come Dio lo vuole. È Lui, il Signore, che conduce la nostra esistenza e conosce il fine ultimo delle cose e degli eventi.

Il Signore ci chiama a collaborare alla costruzione della storia, diventando, insieme a Lui, operatori di pace e testimoni della speranza in un futuro di salvezza e di risurrezione. La fede ci fa camminare con Gesù sulle strade tante volte tortuose di questo mondo, nella certezza che la forza del suo Spirito piegherà le forze del male, sottoponendole al potere dell’amore di Dio. L’amore è superiore, l’amore è più potente, perché è Dio: Dio è amore. Ci sono di esempio i martiri cristiani i quali, nonostante le persecuzioni, sono uomini e donne di pace. Essi ci consegnano una eredità da custodire e imitare: il Vangelo dell’amore e della misericordia. Questo è il tesoro più prezioso che ci è stato donato e la testimonianza più efficace che possiamo dare ai nostri contemporanei, rispondendo all’odio con l’amore, all’offesa con il perdono. Anche nella vita quotidiana: quando noi riceviamo un’offesa, sentiamo dolore; ma bisogna perdonare di cuore. Quando noi ci sentiamo odiati, pregare con amore per la persona che ci odia. (ANGELUS – Domenica 17/11/2019)

 

I POVERI SONO PREZIOSI AGLI OCCHI DI DIO

Oggi, nel Vangelo, Gesù sorprende i suoi contemporanei e anche noi. Infatti, proprio mentre si lodava il magnifico tempio di Gerusalemme, dice che non ne rimarrà «pietra su pietra» (Lc 21,6). Perché queste parole verso un’istituzione tanto sacra, che non era solo un edificio, ma un segno religioso unico, una casa per Dio e per il popolo credente? Perché queste parole? Perché profetizzare che la salda certezza del popolo di Dio sarebbe crollata? Perché, alla fine, il Signore lascia che crollino delle certezze, mentre il mondo ne è sempre più privo?

Cerchiamo risposte nelle parole di Gesù. Egli oggi ci dice che quasi tutto passerà. Quasi tutto, ma non tutto. Egli spiega che a crollare, a passare sono le cose penultime, non quelle ultime: il tempio, non Dio; i regni e le vicende dell’umanità, non l’uomo. Passano le cose penultime, che spesso sembrano definitive, ma non lo sono. Sono realtà grandiose, come i nostri templi, e terrificanti, come terremoti, segni nel cielo e guerre sulla terra: a noi sembrano fatti da prima pagina, ma il Signore li mette in seconda pagina. In prima rimane quello che non passerà mai: il Dio vivo, infinitamente più grande di ogni tempio che gli costruiamo, e l’uomo, il nostro prossimo, che vale più di tutte le cronache del mondo. Allora, per aiutarci a cogliere ciò che conta nella vita, Gesù ci mette in guardia da due tentazioni. La prima è la tentazione della fretta, del subito. Per Gesù non bisogna andare dietro a chi dice che la fine arriva subito, che «il tempo è vicino». Non va seguito, cioè, chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell’altro e del futuro, perché la paura paralizza il cuore e la mente. Eppure, quante volte ci lasciamo sedurre dalla fretta di voler sapere tutto e subito, dal prurito della curiosità, dall’ultima notizia eclatante o scandalosa, dai racconti torbidi, dalle urla di chi grida più forte e più arrabbiato, da chi dice “ora o mai più”. Ma questa fretta, questo tutto e subito non viene da Dio. Se ci affanniamo per il subito, dimentichiamo quel che rimane per sempre: inseguiamo le nuvole che passano e perdiamo di vista il cielo. Attratti dall’ultimo clamore, non troviamo più tempo per Dio e per il fratello che ci vive accanto. Com’è vero oggi questo! Nella smania di correre, di conquistare tutto e subito, dà fastidio chi rimane indietro. Ed è giudicato scarto: quanti anziani, quanti nascituri, quante persone disabili, poveri ritenuti inutili. Si va di fretta, senza preoccuparsi che le distanze aumentano, che la bramosia di pochi accresce la povertà di molti. Gesù, come antidoto alla fretta propone oggi a ciascuno di noi la perseveranza: «con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Perseveranza è andare avanti ogni giorno con gli occhi fissi su quello che non passa: il Signore e il prossimo. Ecco perché la perseveranza è il dono di Dio con cui si conservano tutti gli altri suoi doni . C’è un secondo inganno da cui Gesù vuole distoglierci, quando dice: «Molti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”. Non andate dietro a loro!». È la tentazione dell’io. Il cristiano, come non ricerca il subito ma il sempre, così non è un discepolo dell’io, ma del tu. Non segue, cioè, le sirene dei suoi capricci, ma il richiamo dell’amore, la voce di Gesù. E come si distingue la voce di Gesù? “Molti verranno nel mio nome”, dice il Signore, ma non sono da seguire: non basta l’etichetta “cristiano” o “cattolico” per essere di Gesù. Bisogna parlare la stessa lingua di Gesù, quella dell’amore, la lingua del tu.

I poveri sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell’io: non si sostengono da soli, con le proprie forze, hanno bisogno di chi li prenda per mano. Ci ricordano che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio. La presenza dei poveri ci riporta al clima del Vangelo, dove sono beati i poveri in spirito . I poveri ci facilitano l’accesso al Cielo: per questo il senso della fede del Popolo di Dio li ha visti come i portinai del Cielo. Già da ora sono il nostro tesoro, il tesoro della Chiesa. Ci dischiudono infatti la ricchezza che non invecchia mai, quella che congiunge terra e Cielo e per la quale vale veramente la pena vivere: cioè, l’amore. (Giornata Mondiale dei Poveri – S.Messa- OMELIA XXXIII Domenica del T.O. - 17 novembre 2019)

 

CELLULE PARROCCHIALI DI EVANGELIZZAZIONE: ANDATE AVANTI!

 

Ringrazio don Piergiorgio Perini per l’instancabile opera di evangelizzazione che ha compiuto in questi decenni.

Il Signore Gesù ha lasciato ai suoi discepoli un insegnamento impegnativo quando ha detto loro: «Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16). Andare, portare frutto e rimanere. È questa la chiamata a cui non si può sfuggire quando si incontra il Signore e si viene conquistati dal suo Vangelo. Certo, Gesù non ha detto ai discepoli che avrebbero visto i frutti del loro lavoro. Ha solo assicurato che i frutti sarebbero rimasti.

Gesù non ha fatto sconti ai suoi discepoli quando ha parlato della radicalità con cui bisogna seguirlo. Ha detto loro: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Lc 17,10). Tuttavia, se la nostra fatica per annunciare il Vangelo è totale e ci trova sempre pronti, allora la prospettiva cambia. Tocchiamo con mano tante volte quanto sia grande e infinito l’amore di Dio per noi! Se siamo fedeli e vigilanti, allora Egli ci concede di vedere anche i frutti del nostro lavoro.

La vostra storia di Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione può facilmente essere inscritta in questo contesto. La fecondità del vostro impegno si riflette nella moltiplicazione delle Cellule che ormai sono presenti in tante parti del mondo. Non stancatevi mai di seguire le strade che lo Spirito del Signore Risorto vi pone dinanzi. Non vi freni alcuna paura del nuovo, e non rallentino il vostro passo le difficoltà che sono inevitabili nella via dell’evangelizzazione. Quando si è discepoli missionari, allora l’entusiasmo non può mai venire meno! Nella fatica, vi sostenga la preghiera rivolta allo Spirito Santo che è il Consolatore; nella debolezza, sentite la forza della comunità che non permette mai di essere abbandonati a sé stessi.

Le nostre parrocchie sono invase da tante iniziative, dove spesso, però, non si incide in profondità nella vita delle persone. Anche a voi è affidato il compito di ravvivare, soprattutto in questo periodo, la vita delle nostre comunità parrocchiali. Questo sarà possibile nella misura in cui diventano, anzitutto, luogo per ascoltare la Parola di Dio e celebrare il mistero della sua morte e risurrezione. Solo a partire da qui si può pensare che l’opera di evangelizzazione diventi efficace e feconda, capace di portare frutti. Purtroppo, per tante ragioni, molti si sono allontanati dalle nostre parrocchie. È urgente, quindi, che recuperiamo l’esigenza dell’incontro per raggiungere le persone là dove vivono e operano. Se abbiamo incontrato Cristo nella nostra vita, allora non possiamo tenerlo solo per noi. È determinante che condividiamo questa esperienza anche con gli altri; questa è la strada principale dell’evangelizzazione.  

(Discorso agli aderenti al servizio per le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione - Lunedì, 18 novembre 2019) a cura di A. Panzera