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n°29 Sabato 20 luglio 2019

EDITORIALE

 Santa Maria Maddalena nostra patrona

SANTAMARIAMADDALENA 201072019I tempi di oggi, per il credente, sono difficili. Molte persone si dichiarano atee, senti bestemmiare perfino i ragazzini come se facessero una prodezza e nella maggior parte delle persone avverti   indifferenza. Tanti giovani sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa, perfino irritante e chiedono espressamente di essere lasciati in pace. Uno che frequenta la Chiesa è considerato da molti un alieno, un fissato, un po’ esaurito. Gli scandali sessuali ed economici hanno gettato discredito nella Chiesa. Essa non è ascoltata né nella morale familiare né ancor meno in quella sessuale considerata ormai superata. Anche in persone che frequentano la Chiesa spesso c’è ipocrisia, si fanno tante cose buone per essere ammirati dalla gente, non principalmente per Dio e per il prossimo. Per grazia di Dio c’è anche un certo numero di persone che, partecipando alla Messa, trovano la forza di amare Dio e il prossimo, con onestà e generosità compiono i loro doveri in silenzio e si spendono per gli altri, ma pochi si accorgono di loro. C’è poi un religiosità diffusa, una “spiritualità popolare” che si manifesta nella venerazione dei santi (come abbiamo visto anche recentemente in occasione della visita a La Maddalena delle reliquie di santa Bernadette), nei pellegrinaggi, nelle feste popolari, nel lavoro dei Comitati Festeggiamenti. Tutto questo non è una religiosità matura, tuttavia manifesta una sete di Dio, sono semi di Vangelo che non bisogna disprezzare ma incoraggiare e perfezionare. Ho pensato che ai tempi di Gesù e quindi anche di Maria Maddalena, le cose non erano molto diverse. Anche allora predominava una mentalità pagana. Il potere e il danaro, rappresentato dall’impero romano, condizionava la vita della maggioranza delle persone. Tra le persone religiose c’era molta ipocrisia che Gesù rimproverava agli scribi e ai farisei del suo tempo. Maria Maddalena incontrando e seguendo Gesù ha trovato la verità, la libertà e la pace. Si è liberata dal condizionamento del suo tempo. Prima era condizionata dall’amore disordinato di sè, dal suo “io”, prima era oppressa, senza rendersene conto, da quello che poteva pensare di lei la gente. Era oppressa dal pesante giogo della propria presunzione. Si è liberata prendendo il giogo di Gesù infinitamente più dolce. Insieme con altre donne, sfidando le critiche dei benpensanti, seguiva Gesù in tutte le città e i villaggi annunziando il regno di Dio, regno di verità, di amore, di giustizia e di pace. Si è liberata dei suoi beni mettendoli a disposizione della comunità di Gesù. Ha sperimentato la verità delle parole del Maestro “Venite a me voi tutti che siete stanchi ed oppressi ed io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. Maria Maddalena ha trovato la libertà e la pace del cuore non solo guardando a Gesù ma guardando dal punto dei vista di Gesù. Così ha imparato a contemplare l’amore del Padre celeste, ad annunciare la vita nuova del Risorto, a vivere l’ampiezza della comunione fraterna, ad amare la Chiesa, a onorare Maria, madre di Cristo e madre nostra, a prediligere gli ultimi, ad essere misericordiosa con i peccatori, ad ammirare la sapienza e l’amore di Dio nel creato. Maria Maddalena è per tutti esempio di donna nuova, rinnovata dalla vita nuova di Cristo. Essa è sempre viva in cielo ed intercede presso Cristo per noi suoi devoti, perché in una società corrotta, pagana e ipocrita, diveniamo come lei, lievito, sale e luce.    

                                   D.D.

 

I FATTI DELLA SETTIMANA

 Le reliquie di Santa Bernadette a La Maddalena

RELIQUIE SANTA BERNARDETTE 20072019Per celebrare al meglio il 175° anno della nascita e il 140° della morte di S. Bernadette Soubirous, alla quale apparve per la prima volta la Madonna l'11febbraio1858, dalla fine di aprile fino ad agosto sono state scelte 33 diocesi italiane per l'esposizione e la venerazione delle sue reliquie e precisamente una costola della Santa. Per questo straordinario evento è stata scelta la diocesi di Tempio Ampurias, così anche a La Maddalena è stato concesso il privilegio di avere nella nostra chiesa le sue reliquie. La comunità tutta si è preparata a questo evento con un triduo di preghiera dove i sacerdoti si sono alternati riflettendo sulla vita e sugli insegnamenti della Santa per chiedere la sua intercessione. Così martedì 9 luglio per una felice coincidenza, siamo stati onorati della speciale predicazione di Padre Simone Ceccobao, rettore della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola ad Assisi, il secondo giorno è stato predicato da don Mauro Filippucci e il terzo da don Davide Mela appena tornato da Lourdes. Venerdì 12 luglio una grande folla ha accolto le reliquie e l'effigie della Madonna di Lourdes al porto con grande festa. Esse erano accompagnate dal diacono don Cesare Nicolai e dai volontari dell’OFTAL, alcuni appena tornati dal Santuario mariano insieme a don Davide. L’aspettavano il parroco don Andrea Domanski insieme agli altri sacerdoti, il sindaco, tante autorità civili e militari, la banda S. Domenico Savio, il coro S.Giovanni Paolo II, la Confraternita del Getsemani, tutte le associazioni, il comitato delle feste, i ministranti, insieme a tanti, tanti parrocchiani. Tra la musica della banda, i canti del coro e le preghiere, si è avviata la processione verso la chiesa di S. Maria Maddalena e grande è stata l’emozione di vedere posizionare ai piedi dell’altare il bellissimo e prezioso reliquiario e adagiare su un piedistallo la statua della Madonna di Lourdes. Tutti i fedeli si sono uniti molto devotamente nella preghiera del rosario, preghiera prediletta della Madonna, che recitava insieme a Bernadette nella grotta di Massabielle. Le reliquie sono rimaste alla venerazione dei presenti oltre alla mezzanotte. Come ci ha ben spiegato don Domenico Degortes, le reliquie sono un segno tangibile della presenza dei Santi in mezzo a noi.

Nella chiesa di Moneta abbiamo il privilegio di avere le reliquie di S. Giovanni Paolo II, ma il 21 settembre del 2008, durante la dedicazione di quella chiesa, per mano del Vescovo mons. Pietro Meloni, sono state riposte sotto l’altare, anche le preziose reliquie di altri Santi: S.Simplicio, S. Faustina, suor Giuseppina Nicoli, Antonia Mesina e la beata Maria Gabriella Sagheddu ed essi ci sono vicini con la loro intercessione.

 Sabato mattina dopo le lodi, la S.Messa è stata presieduta dal parroco e non c’era modo migliore di iniziare la sua omelia con queste toccanti parole: “Sono giorni di grazia, giorni in cui il Signore in maniera particolare vuole elargire i suoi doni verso di noi.

Come ha guardato con occhio di predilezione l’umile sua serva Maria e l’ha scelta come suo strumento per entrare nel mondo, così è stata scelta un’altra umile ragazza, Bernadette e noi, nel giorno in cui iniziamo la novena della nostra patrona S. Maria Maddalena, abbiamo avuto questo dono di avere in mezzo a noi le reliquie di S. Bernadette e chiediamo la grazia di aprire i nostri cuori alla parola del Signore”. Dopo la Messa, sempre in grande raccoglimento, davanti all’urna, sono state fatte le preghiere per i giovani, le famiglie e gli ammalati e sono continuate fino alle tre del pomeriggio quando le reliquie sono state riaccompagnate al porto. Porteremo sicuramente nel cuore il ricordo di questi momenti di grazia che ci sono stati regalati e chiederemo l’intercessione di S. Bernadette ogni volta che invocheremo la Bella Signora di Lourdes.

Maria Vitiello

 

■ Anniversario di sacerdozio. Auguri don Domenico.

ANNIVERSARIO DON DOMENICO 2019 (1)Giovedì 18 luglio la nostra comunità cristiana di La Maddalena ha voluto ringraziare il Signore insieme a don Domenico per il dono del sacerdozio. Ha presieduto la Santa Messa ricordando i suoi 54 anni di sacerdozio, svolti la maggior parte in questa isola (dal 1973 con una piccola sosta di 5 anni in seminario), a tenere l’omelia è stato don Dario D’angelo, parroco di Golfo Aranci, che ci ha fatto riflettere sul tema dell’ascolto. La Chiesa ha visto una numerosa partecipazione di fedeli, all’inizio della celebrazione, due rappresentanti della comunità, dopo l’augurio del parroco don Andrea, hanno rivolto delle parole di gratitudine e hanno offerto a don Domenico un mazzo di fiori, che lui dolcemente ha deposto sull’altare. Alla fine della celebrazione, animata dal canto del coro San Giovanni Bosco e dalla Banda Giuseppe Garibaldi, i fedeli si sono incontrati in piazzetta Amsicora per festeggiare don Domenico, grazie al contributo di tutti i gruppi parrocchiali. Il momento conviviale è stato allietato dalla musica eseguita dalla banda. Ancora infinite grazie don Domenico per il tuo farti strumento nelle mani di Dio per la nostra comunità, che ha bisogno del tuo ministero sacerdotale come colui che ascolta nel confessionale e sostiene la sofferenza dei malati.

                                       Don Davide

 

 ANNIVERSARIO DON DOMENICO 2019 (2)

Ringraziamento al Comune.

Anche quest’anno l’Amministrazione Comunale di La Maddalena ha destinato alla parrocchia di Santa Maria Maddalena un contributo, conforme ad una legge regionale, corrispondente al 10% dell’introito dalla applicazione della legge Bucalossi. Il contributo dell’anno scorso è servito per i lavori di imbiancatura dell’interno della chiesa, che è anche un bene culturale della Città, riparare il tetto, sistemare i pluviali, eliminare le infiltrazioni di umidità Il contributo di quest’anno è di € 35.000. Ci sarebbe da completare il lavoro all’esterno della chiesa, riparare il campanile che il fulmine dell’altro anno aveva danneggiato, predisporre un bagno attiguo alla chiesa, completare i lavori in sacrestia e nell’ufficio parrocchiale. La comunità parrocchiale è riconoscente al Comune per il rispetto della legge regionale sugli edifici di culto e per l’attenzione dimostrata alla chiesa “madre” che racchiude la storia della nostra Città.                

     Don Andrea

 

 

■Bibbiano, come guarire dall'orrore

di Silvana De Mari

Nel caso dei bambini strappati alle loro famiglie per darli in affido a persone non idonee, assistenti sociali, psicologi, politici hanno provocato gravi danni, psicologici e fisici. Ma ora che i bambini sono stati liberati è importante che possano guarire in famiglia, dove genitori e bambini devono dirsi la verità su quanto accaduto.

Per l’inchiesta “Angeli e Demoni”, sulla criminale follia di bambini strappati alle loro famiglie e dati in affidamento o adozione a persone certamente non idonee, per usare un termine eufemistico, con la complicità delle istituzioni di Bibbiano, sui giornali si è parlato a torto di elettroshock.

La terapia elettroconvulsivante (TEC), comunemente nota come elettroshock, è una pratica medica caratterizzata dal passaggio di corrente elettrica attraverso  il cervello, con conseguente induzione di convulsioni nel paziente. Ha attualmente pochissime indicazioni, tra cui la depressione gravissima, ed è da somministrare in anestesia. Ha una pessima fama purtroppo meritata, perché in passato era usata senza anestesia, con indicazioni troppo ampie, spesso inutilmente e a volte per motivi punitivi. Onestamente senza anestesia può essere considerato una tortura. Ed entra anche nella pratiche di “controllo mentale”.

Un enorme numero di elettroshock per paziente insieme alla somministrazione di droghe allucinogene, sonniferi, droghe paralizzanti, e sequestro in cella di isolamento, per mesi furono usati dal dottor Donald Ewen Cameron, allora presidente dell’Associazione Psichiatri Americani, per azzerare completamente la memoria delle persone nell’ambito del progetto della CIA MK sul controllo mentale. Pare che funzioni. La memoria è azzerata. Ci sono stati alcuni piccoli effetti collaterali: persone rese per sempre incontinenti, disabili, incapaci di riconoscere i loro stessi figli, affetti da amnesia continua e qualche defunto. Cameron sognava un mondo perfetto dominato dalla psichiatria. È morto nel suo letto senza aver mai fatto un giorno di galera, quindi ricordatevi il suo nome quando qualcuno vi dirà che è così perché lo ha detto lo psichiatra o lo psicologo o il cosiddetto esperto di turno, o l’assistente sociale. Sono campi dove la maggioranza delle persone sono perbene, ma dove quella che non lo è può fare disastri. La psichiatria, e ancor più la psicologia, non hanno il controllo dell’anatomia patologica. Non hanno strumenti tecnici di controllo.

A Bibbiano dichiarano di aver usato la tecnica EMDR, con l'ausilio di una stimolazione elettronica ottenuta tramite gli stimolatori elettronici EMDR prodotti dalla NeuroTek Corporation. L’elettroshock non c’entra nulla. Per fortuna. Ci sono abbastanza crimini anche così.

La tecnica EMDR (dall'inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è una tecnica psicofisica per la desensibilizzazione dei postumi dei traumi o di esperienze stressanti, basata su una stimolazione bilaterale degli emisferi ottenuta preferenzialmente mediante il movimento orizzontale degli occhi, da cui il nome. Molto raramente è usata l’apparecchiatura neuroTek, in Italia quasi sconosciuta: l’EMDR nasce sfruttando il movimento orizzontale degli occhi simile a quello del sonno REM; dall'inglese Rapid Eye Movement. Testimonio, perché la uso, che, se usata correttamente, l’EMDR può avere risultati spettacolari e velocissimi nella risoluzione del disturbo post traumatico da stress. Durante l’EMDR addirittura si hanno modificazioni dell’elettroencefalogramma, è una cura vera che funziona veramente, come è una cura vera somministrare la digitale ed eseguire un intervento chirurgico, e come ogni cura vera, digitale e intervento chirurgico, se usata male può fare danni.

Deve essere usata in maniera rigorosa. Ha risultati spettacolari e veloci proprio perché causa una modificazione del cervello, l’aumento di sinapsi in alcune zone. Durante la stimolazione bilaterale il terapeuta deve restare rigorosamente in silenzio. È una fase di stimolazione cerebrale. Se durante questa fase il terapeuta parla, suggerisce, inventa, può essere semplicemente fastidioso ma potrebbe creare e instillare false memorie. Una terapia e un interrogatorio devono essere fatte sempre con domande neutre e aperte (Cosa è successo? Come ti sei sentito?), mai con domande che possano suggerire qualcosa (qualcuno ti ha toccato? Quella persona ti ha fatto male?) altrimenti c’è il rischio di creare false memorie. Il cervello compiacente, e quello dei bambini un po’ lo è, non osa contraddire, dire No. In EMDR questo rischio aumenta, come già dimostrato in letteratura .

La tecnica EMDR deve essere appresa in maniera rigorosa e applicata in maniera altrettanto rigorosa. La dottoressa Isabel Fernandez, presidente della Società EMDR afferma che gli psicologi della onlus Hansel e Gretel, non abbiano mai fatto nemmeno il corso base di EMDR, almeno non in Italia, e che non fossero inscritti all’associazione EMDR.  Gli psicologi della onlus Hansel e Gretel sono quelli che si sono occupati dei casi di Bibbiano dopo essere stati implicati nell’atroce caso della Bassa Modenese, dove a causa di false memorie in bambini, famiglie sono state smembrate, innocenti hanno fatto anni di prigione e ci sono state morti per suicidio e infarto. La storia è ricostruita nel podcast in 7 puntate Veleno, prodotto da Rai 3.

A Bibbiano c’è stata una evidente motivazione ideologica: occorreva dimostrare che la famiglia costituita da due persone dello stesso sesso funziona benissimo, bisognava fare casistica. Tutto questo non è stato sottolineato. Anzi: è stata usata addirittura dal Gip la scusante per gli accusati delle molestie che a loro volta avrebbero subito da bambini. Per inciso, il Gip come lo sa? Ci sono stati processi con condanne definitive, o semplicemente glielo hanno detto gli imputati e questo ha fatto tenerezza? In quale punto del codice penale è indicata questa scusante? Il Gip si è avvalso di un perito o ha fatto da sé? E quanti esami ha dato della facoltà di psicologia? La legge uguale per tutti? Al primo interrogatorio di qualsiasi imputato gli si chiede se è stato molestato da piccolo? Quelli che non sono laureati in psicologia o in scienze sociali potrebbero non aver capito che è una possibile scusante, e potrebbero non dirlo: questo crea ingiustizie.

Il fatto che molti degli accusati avrebbero subito a loro volta dei traumi quando erano minori non diminuisce la responsabilità. Pensarlo è un errore che distrugge il concetto di libero arbitrio. Siccome qualcuno è stato perseguitato, deve diventare un persecutore: se questo fosse vero allora dovremmo chiudere in pigione tutti i perseguitati, perché prima o poi faranno danni. Uno dei motivi per cui la depressione è aumentata del 1200% negli ultimi sessant’anni è l’abolizione del libero arbitrio, abolito dalle pseudoscienze: non è colpa mia, è colpa di mamma (Freud); non è colpa mia, è colpa della società (Marx); non è colpa mia, è colpa dei cromosomi (Darwin). Dove esiste la colpa può esistere la redenzione. Dove la colpa non esiste, la malvagità è giustificata e si perpetua.

Quella che i bambini hanno subito a Bibbiano è violenza psicologica, ma anche fisica. Questi bambini sono stati strappati ai loro genitori, e questo è un danno biologico. Il bambino fabbrica cortisolo che gli deprime il sistema immunitario. Questa è scienza, il cortisolo è misurabile. È stata loro creata l’idea che i loro genitori li abbiano danneggiati, che li abbiano abbandonati in mano ai servizi sociali, sottraendo i regali e le missive: un crimine. Ho fatto Pronto soccorso per decenni. Ho dovuto suturare bambini, fare manovre per loro dolorose e spaventose: poi c’era l’abbraccio con papà o mamma e tutto scompariva. Chi ha consolato questi bimbi resi orfani quando sono finiti in Pronto Soccorso?

Ci sono stati casi di ragazzi che hanno vissuto affidi deleteri, genitori incolpevoli cui sono stati sottratti i figli, ma ci sono anche stati moltissimi casi di violenza vera e tragica subita in famiglia, e riparata in case famiglie dove persone amorevoli riescono a ricostruire un sorriso. Ci sono psicologi bravi che con varie tecniche, tra cui l’EMDR, sono riusciti a rendere meno urgente il dolore dell’abuso subito, ci sono assistenti sociali molto brave che ricostruiscono famiglie disastrate, o tolgono vittime vere dalle mani di carnefici veri. Bibbiano ha danneggiato anche loro. E molto.

Adesso che i bambini sono stati liberati possono sicuramente riprendersi, i tempi di recupero variano: ognuno è un caso a sé, ma l’unica maniera di uscirne è la verità. Questi ragazzi vanno restituiti immediatamente alle loro famiglie e bisogna dire la verità, l’unica possibile via di uscita. Il bambino e il genitore si racconteranno la verità, ognuno racconta della sua storia. C’è il genitore che in qualche maniera ha favorito quello che è successo, per esempio litigando con l’altro coniuge, in questa maniera permettendo l’arrivo dei servizi sociali sulla propria famiglia: lo dirà per chiedere perdono. E sarebbe meglio ricordarci che noi esseri umani esistevamo da prima dello psicologo, questo recupero può essere fatto semplicemente nella verità senza portare il bambino dallo psicologo, senza che sia confrontato di nuovo con un estraneo.

La norma dell’essere umano è la guarigione. Ma certo che hanno la possibilità di guarire. Stando con i loro genitori e vivendo nella verità.

Dal sito www.lanuovabq.it

 

 

 

IL CORPO INCORROTTO

 M'incanta sempre

la Madonna di Lourdes

con la sua Bernadette ...

 

Di Lourdes la più povera

la più insignificante

eppur ...

dell'ineffabile bellezza

della "Signora"

s'è illuminata, fortificata

la piccola, tenace Bernadette.

Da Lei rapita

a Lei s'è donata.

Tutto sopportando!

Tutto patendo!

Persino annullandosi

nella Nevers lontanissima ...

Nessuna felicità per lei

in questo mondo! ...

 

Ma proprio a Nevers

ancor duttile e morbido

giace dentro l'urna

il corpo suo incorrotto ...

Neppur le grandi sofferenze

han scalfito

del viso suo la soavità.

 

Qual mistero! ...

Qual grande Grazia

per l'umile Bernadette

dalla sua "Immacolata 

Concezione"! ...

 

Donarci un pezzo di cielo

per farci pregustare

su questa incredula terra

l'ultraterrena bellezza

e

felicità ..

Maddalena Migliore

 

  

 AVVISI

Parrocchia Agonia di N.S.G.C. - Moneta

 1. Lunedì 22 luglio

* Solennità di Santa Maria Maddalena, patrona dell’Isola e dell’Arcipelago. S.Messa ore 9.00.

 

 

AVVISI

Parrocchia Santa Maria Maddalena

 1) Domenica 21 luglio

Ore 22.00 in Piazza Santa Maria Maddalena concerto del coro di Telti.

 2) Lunedì 22 luglio

* Solennità di Santa Maria Maddalena, patrona dell’Isola e dell’Arcipelago.

Orari delle S.Messe:

ore 7.30 Chiesa Bambino Gesù (Due Strade)

ore 10.00 Parrocchia S. Maria Maddalena

ore 21.00, sul sagrato della chiesa, S. Messa solenne presieduta dal vescovo S. Ecc. Mons. Sebastiano Sanguinetti, segue la processione per le vie cittadine e in mare, spettacolo pirotecnico e al rientro in chiesa la Solenne Benedizione. (Non ci saranno altre S.Messe).

 3) Sabato 27 luglio

Pellegrinaggio alle isole di Razzoli e Budelli. Per le iscrizioni rivolgersi a Pierluigi Aversano al 3491534378.

 4) Dal 25 settembre al 7 ottobre pellegrinaggio parrocchiale a Cracovia - Czestochowa- Auschwitz - Vienna e Praga. Per le iscrizioni rivolgersi a Paolo Provenzano.

 

 PELLEGRINAGGI-2019-BIG

 

Orari delle Messe

nelle Chiese dell’Isola

 

Giorni Festivi

 Ore 7.30 Bambino Gesù (Due Strade)

Ore 9.00 Agonia di N.S.G.C. – Moneta

Ore 10.00 Santa Maria Maddalena

Ore 18.00 Sacra Famiglia - Padule

Ore 19.00 Madonna della Pace – Stagnali

Ore 20.00 Santa Maria Maddalena

 

Sabato e Prefestivi

 Ore 17.00 Cappella Ospedale Civile

Ore 18.00 Agonia di N.S.G.C. - Moneta

Ore 19.00 Santa Maria Maddalena

Ore 19.00 Villaggio Piras

 

Giorni Feriali

 Ore 8.00 lunedì Agonia di N.S.G.C. - Moneta

Ore 08.30 S. Maria Maddalena

Ore 18.30 da martedì a venerdì Agonia di N.S.G.C. - Moneta

Ore 19.00 S. Maria Maddalena.

 

 

Ogni primo mercoledì del mese:

Ore 15.45 in cimitero

 

Ogni secondo mercoledì del mese:

Ore 18.00 SS. Trinità

 

 

M A G I S T E R O

 GESÙ È LA COMPASSIONE DEL PADRE VERSO DI NOI

BUON SAMARITANO 20072019Oggi il Vangelo presenta la celebre parabola del “buon samaritano” (cfr Lc 10,25-37). Interrogato da un dottore della legge su ciò che è necessario per ereditare la vita eterna, Gesù lo invita a trovare la risposta nelle Scritture e dice: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». C’erano però diverse interpretazioni su chi si dovesse intendere come “prossimo”. Infatti quell’uomo chiede ancora: «E chi è il mio prossimo?». A questo punto, Gesù risponde con questa bella parabola. È una delle più belle parabole del Vangelo. E questa parabola è diventata paradigmatica della vita cristiana. È diventata il modello di come deve agire un cristiano.

Protagonista del breve racconto è un samaritano, che incontra lungo la strada un uomo derubato e percosso dai briganti e si prende cura di lui. Sappiamo che i giudei trattavano con disprezzo i samaritani, considerandoli estranei al popolo eletto. Non è dunque un caso che Gesù scelga proprio un samaritano come personaggio positivo della parabola. In questo modo vuole superare il pregiudizio, mostrando che anche uno straniero, anche uno che non conosce il vero Dio e non frequenta il suo tempio, è capace di comportarsi secondo la sua volontà, provando compassione per il fratello bisognoso e soccorrendolo con tutti i mezzi a sua disposizione.

Per quella stessa strada, prima del samaritano, erano già passati un sacerdote e un levita, cioè persone dedite al culto di Dio. Però, vedendo il poveraccio a terra, erano andati oltre senza fermarsi, probabilmente per non contaminarsi col suo sangue. Avevano anteposto una regola umana – non contaminarsi col sangue – legata al culto al grande comandamento di Dio, che vuole anzitutto la misericordia.

Gesù, dunque, propone come modello il samaritano, proprio uno che non aveva fede! Anche noi pensiamo a tanta gente che conosciamo, forse agnostica, che fa del bene. Gesù sceglie come modello uno che non era un uomo di fede. E questo uomo, amando il fratello come sé stesso, dimostra di amare Dio con tutto il cuore e con tutte le forze – il Dio che non conosceva! –, ed esprime nello stesso tempo vera religiosità e piena umanità.

Dopo aver raccontato questa parabola tanto bella, Gesù si rivolge di nuovo al dottore della legge che gli aveva chiesto «Chi è il mio prossimo?», e gli dice: «Chi di questi ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». In questo modo opera un rovesciamento rispetto alla domanda del suo interlocutore, e anche alla logica di tutti noi. Ci fa capire che non siamo noi che, in base ai nostri criteri, definiamo chi è il prossimo e chi non lo è, ma è la persona in situazione di bisogno che deve poter riconoscere chi è il suo prossimo, cioè «chi ha avuto compassione di lui». Essere capaci di avere compassione: questa è la chiave. Se tu davanti a una persona bisognosa non senti compassione, se il tuo cuore non si commuove, vuol dire che qualcosa non va. Stai attento, stiamo attenti. Non ci lasciamo trascinare dall’insensibilità egoistica. La capacità di compassione è diventata la pietra di paragone del cristiano, anzi dell’insegnamento di Gesù. Gesù stesso è la compassione del Padre verso di noi. Se tu vai per la strada e vedi un senzatetto sdraiato lì e passi senza guardarlo o pensi: “Ma, effetto del vino. È un ubriaco”, domandati non se quell’uomo è ubriaco, domandati se il tuo cuore non si è irrigidito, se il tuo cuore non è diventato ghiaccio. Questa conclusione indica che la misericordia nei confronti di una vita umana in stato di necessità è il vero volto dell’amore. È così che si diventa veri discepoli di Gesù e si manifesta il volto del Padre: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso», E Dio, nostro Padre, è misericordioso, perché ha compassione; è capace di avere questa compassione, di avvicinarsi al nostro dolore, al nostro peccato, ai nostri vizi, alle nostre miserie.

La Vergine Maria ci aiuti a comprendere e soprattutto a vivere sempre più il legame inscindibile che c’è tra l’amore per Dio nostro Padre e l’amore concreto e generoso per i nostri fratelli, e ci dia la grazia di avere compassione e crescere nella compassione.

(ANGELUS – Domenica 14/07/2019)

 

IL CRISTIANO È GIOVANE SEMPRE

 

«O sei giovane di cuore, di anima, o non sei pienamente cristiano». L’omelia della messa è stata un vero e proprio inno alla vita, alla vitalità, alla giovinezza dello Spirito, da contrapporre alla deriva stanca di tante persone “pensionate” nell’animo, abbattute dalle difficoltà e dalla tristezza perché il peccato invecchia. Una ventata di gioia fondata sul grande dono che ci ha lasciato Gesù: lo Spirito Santo.

Punto di partenza della riflessione del Pontefice è stato il brano evangelico del giorno (Gv, 16, 5-11) che riportava uno stralcio del discorso di congedo agli apostoli durante l’ultima cena. In quell’occasione Gesù dice tante cose, ma il cuore di questo discorso è lo Spirito Santo. Il Signore, infatti, offre ai suoi amici una vera e propria catechesi sullo Spirito Santo: comincia col notare il loro stato d’animo — «Perché ho detto questo che me ne vado, la tristezza ha riempito il vostro cuore» — e li rimprovera soavemente perché la tristezza non è un atteggiamento cristiano.

Il turbamento interiore degli apostoli — che, davanti al dramma di Gesù e all’incertezza sul futuro, cominciano a capire il dramma della passione — è accostabile alla realtà di ogni cristiano. Lo Spirito Santo fa che in noi ci sia sempre questa giovinezza, che si rinnova ogni giorno con la sua presenza. Una grande santa ha detto che un santo triste è un triste santo; un cristiano triste è un triste cristiano: non va. Cosa significa? che la tristezza non entra nel cuore del cristiano, perché egli è giovane. Una giovinezza che si rinnova e che gli fa portare sulle spalle tante prove, tante difficoltà.

Lo Spirito Santo è colui che ci accompagna nella vita, che ci sostiene. Come espresso dal nome che Gesù gli dà: «Paraclito». Un termine insolito, il cui significato spesso sfugge a molti. La parola paraclito vuol dire “quello che è accanto a me per sostenermi” perché io non cada, perché io vada avanti, perché io conservi questa giovinezza dello Spirito. Ecco perché il cristiano sempre è giovane: sempre. E quando incomincia a invecchiare il cuore del cristiano, incomincia a diminuire la sua vocazione di cristiano. O sei giovane di cuore, di anima o non sei pienamente cristiano.

Qualcuno potrebbe spaventarsi delle difficoltà e dire: “Ma come posso...?”: c’è lo Spirito. Lo Spirito ti aiuterà in questa rinnovata giovinezza. Ciò non significa che manchino i dolori. Paolo e Sila, ad esempio, soffrirono molto per le bastonate ricevute: dice il testo che il carceriere quando ha visto quel miracolo ha voluto convertirsi e li ha portati a casa sua e ha curato le loro ferite con olio... ferite brutte, forti.... Ma nonostante il dolore, essi erano pieni di gioia, cantavano... Questa è la giovinezza. Una giovinezza che ti fa guardare sempre la speranza.

E come si ottiene questa giovinezza? Ci vuole un dialogo quotidiano con lo Spirito Santo, che è sempre accanto a noi. È lo Spirito il grande dono che ci ha lasciato Gesù: questo supporto, che ti fa andare avanti. E così, a chi dice: “Eh sì, Padre, è vero, ma lei sa, io sono un peccatore, ho tante, tante cose brutte nella mia vita e non riesco..., si può rispondere: Va bene: guarda i tuoi peccati; ma guarda lo Spirito che è accanto a te e parla con lo Spirito: lui ti sarà il sostegno e ti ridarà la giovinezza. Perché, tutti sappiamo che il peccato invecchia: invecchia. Invecchia l’anima, invecchia tutto. Invece lo Spirito ci aiuta a pentirci, a lasciare da parte il peccato e ad andare avanti con quella giovinezza.

Non dico che la vita sia un carnevale: no, quello non è vero. Nella vita ci sono delle croci, ci sono dei momenti difficili. Ma in questi momenti difficili si sente che lo Spirito ci aiuta ad andare avanti, come a Paolo e a Sila, e a superare le difficoltà. Anche il martirio. Perché c’è questa rinnovata giovinezza.

Chiediamo al Signore di non perdere questa rinnovata giovinezza, di non essere cristiani in pensione che hanno perso la gioia e non si lasciano portare avanti... Il cristiano non va mai in pensione; il cristiano vive, vive perché è giovane — quando è vero cristiano.

(Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae – 28/05/2019)

 

IL POSTO DELLA CHIESA È VICINO A CRISTO

 

Nella liturgia carmelitana per la festa della Madonna del Monte Carmelo contempliamo la Vergine che sta “accanto alla Croce di Cristo”. Quello è anche il posto della Chiesa: vicino a Cristo. Ed è anche il posto di ogni figlio fedele dell’Ordine carmelitano. La vostra Regola inizia con l’esortazione ai fratelli di “vivere una vita in ossequio di Gesù Cristo”, per seguirlo e servirlo con cuore puro e indiviso. La stretta relazione con Cristo si realizza nella solitudine, nell’assemblea fraterna e nella missione. “L’opzione fondamentale di una vita concretamente e radicalmente dedicata alla sequela di Cristo” (Ratio Institutionis Vitae Carmelitanae, 8) fa della vostra esistenza un pellegrinaggio di trasformazione nell’amore. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ricorda il ruolo della contemplazione nel cammino della vita: la Chiesa ha “infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina” (Sacrosanctum Concilium, 2). Gli antichi eremiti del Monte Carmelo conservarono la memoria di quel luogo santo e, anche se esuli o lontani, mantenevano lo sguardo e il cuore costantemente fissi alla gloria di Dio. Riflettendo sulle vostre origini e sulla vostra storia e contemplando l’immensa schiera di quanti hanno vissuto nei secoli il carisma carmelitano, scoprirete anche la vostra vocazione attuale di essere profeti di speranza. Ed è proprio in questa speranza che sarete rigenerati. Spesso ciò che appare nuovo è qualcosa di molto antico illuminato da nuova luce.

(Messaggio al Priore Generale dell’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, in occasione del Capitolo Generale 22 agosto 2013) a cura di A. Panzera

Ultimo aggiornamento Domenica 21 Luglio 2019 15:26