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EDITORIALE Andate alla sorgente
La Madonna innanzitutto chiede compagnia alla piccola, che bello, anche noi siamo invitati a fare compagnia alla Vergine. “Non vi prometto la felicità in questo mondo, ma quella dell’altro” è il messaggio che forse più scuote la ragazza, ma sa benissimo, che già in quella Grotta lei trova la felicità; quindi anche noi possiamo sperimentare la gioia eterna già che qua sulla terra, basta avere la giusta compagnia, quella di Dio mediante l’intercessione della Vergine. Il secondo momento importante della rivelazione riguarda tre punti: la sorgente, la penitenza e la preghiera per i peccatori. Il segno dell’acqua a Lourdes, dopo la Grotta, è quello più importante, ma noi sappiamo benissimo che esso ci rimanda a Cristo: la Vergine Santa vuole che andiamo verso Cristo, ci ricorda il nostro battesimo, l’importanza di vivere in Cristo, noi siamo immersi in Cristo. La Vergine, invita alla penitenza, via di santificazione, per chiedere al Signore il perdono dei nostri peccati. Infine la preghiera per i peccatori affinché tutti possano ritornare a Cristo.
Il mio invito per voi, che è quello che ho potuto sperimentare io in quest’anno è quello di scoprire la figura di questa meravigliosa santa e insieme a lei rivolgere le nostre preghiere alla Madonna per vivere conformi e uniti a Cristo nostro Salvatore. Don Davide
Il culto delle reliquie Venerdì 12 luglio alle 21,15, arrivano, anche a La Maddalena, le reliquie di santa Bernadette Soubirous, la veggente che a Lourdes ha visto la Madonna per 18 volte. La comunità dei fedeli si è preparata con un triduo riflettendo sulla vita e gli esempi della Santa e chiedendo la sua intercessione e quella della Beatissima Vergine presso il Signore Dio. Le reliquie rimarranno nella chiesa di Santa Maria Maddalena fino alle 15.00 del giorno dopo. In questa occasione alcuni si domandano:“ Cosa significa venerare la costola, in questo caso, di una santa, oppure un osso del suo braccio, della mano o del piede?” Ad alcuni sembra macabro, ad altri fanatico. Anzitutto la Chiesa insegna ad adorare Dio solo: “Adorerai il Signore Dio tuo e lui solo servirai”. Il culto dei santi non è adorazione ma venerazione. Si loda Dio nei suoi santi. Così noi lodiamo Dio per santa Maria Maddalena, per sant’Antonio da Padova, per santa Rita, per san Pio da Pietrelcina. Fin dall’antichità la Chiesa ha venerato le reliquie dei santi, ha custodito le loro tombe, perché presso il popolo ne restasse vivo il ricordo ed insieme l’invito ad imitarne le virtù. Addirittura raccomanda che si mantenga l’antica tradizione di riporre sotto l’altare fisso le reliquie di martiri o di altri santi. La reliquia è il segno della presenza del Santo in mezzo ai fedeli. C’è la presenza spirituale, essi vivono col Signore e sono vicini a noi con la loro intercessione. Ma il popolo gradisce, quando è possibile, anche un segno di una certa presenza fisica, come può essere una particella del corpo del santo per poterlo più facilmente imitare, supplicare e onorare. Così è nato il culto delle reliquie. Le reliquie dei santi devono essere autenticate dall’autorità della Chiesa, devono essere circondate dal massimo rispetto e venerazione, non possono essere né vendute né alienate. D.D.
I FATTI DELLA SETTIMANA ■ La gita-pellegrinaggio a Lavezzi.
L'ormai tradizionale pranzo a bordo della barca, servito dall'equipaggio era come sempre molto buono e, credetemi, assaporarlo cullati dalle onde tra quelle acque così trasparenti, è qualcosa di speciale! Naturalmente non potevano mancare gli ormai famosi dolci di Vittoria: non c'è pellegrinaggio senza le sue buone torte! La siesta poi permette di fare nuove amicizie e di ritrovarsi con grande piacere con le persone che ogni anno ritornano. Cercando un pò di refrigerio, non si poteva fare a meno di sperimentare un bel tuffo dalla barca in quelle acque meravigliose dove, circondati da miriadi di pesci, sembra di stare in un acquario: un bagno indimenticabile! Subito dopo, tra la lussureggiante vegetazione ci siamo recati alle rovine dell'antico monastero benedettino dove don Andrea ha celebrato la messa, iniziata con un inno di lode alla creazione, doveroso in mezzo a cotanta bellezza. Commentando il Vangelo di Luca il parroco ha chiarito che non dobbiamo accontentarci di vedere questi bellissimi segni del creato, ma andare oltre, non soffermarsi solo ad ammirare le bellezze, ma pensare all'autore della creazione fino ad incontrarlo: l'Eucaristia è la realtà completa dove il Signore ci parla e si fa cibo per noi. Visitando poi le rovine adiacenti Lino ci ha dato delle spiegazioni sulla chiesa di quel convento: Santa Maria di Lavezzi, raccontando un pò la vita dei frati che lì sono vissuti. Riprendendo poi la via del ritorno, durante la traversata abbiamo avuto l'occasione di ammirare un bellissimo tramonto con dei colori stupendi: uno scenario da cartolina! Una gita pellegrinaggio dunque, vissuta così intensamente, rimarrà nei nostri ricordi più piacevoli e più cari: aver trascorso insieme una così bella giornata in un angolo di paradiso! Maria Vitiello
■ Concerto d' Estate della Banda Musicale "Oratorio San Domenico Savio".
Sono stati eseguiti: " Il Gladiatore", "Harry Potter", "The Nightmare before Christmas", "Il Signore degli anelli " un remix di John Williams dal titolo "John Williams in concert" e per concludere "Pirati dei Caraibi ". Barbara ha diretto diversi brani indossando oggetti che ricordavano i personaggi dei film in questione, divertendo il numeroso pubblico in particolare i bambini della micro e Junior band S.Domenico Savio che dalle prime file hanno assistito al concerto. Per Barbara e tutta la banda è stato un concerto diverso dagli altri, c'è stato infatti il passaggio di consegne per quanto riguarda la direzione che Barbara ha voluto affidare a Luigi Macciocu, un atto ritenuto opportuno per l' esigenza della banda di avere una direzione più continua per la crescita del gruppo, Barbara ha considerato la banda matura per questo passo, in grado di camminare con le proprie gambe. Lasciare che la banda venga diretta da qualcuno presente a La Maddalena è senza dubbio un atto di grande altruismo verso la banda e verso la nostra comunità, c'era la necessità di maggiore continuità per la crescita della banda da lei diretta sempre magistralmente in questi anni, in cui con suo marito Marcello e i suoi bambini hanno fatto diversi salti mortali per assicurare la presenza necessaria per portare la Banda ad un notevole livello di preparazione. Naturalmente, pur con una frequenza meno assidua, Barbara e Marcello continueranno a seguire la banda e a sostenerla. Barbara Marcello Fede e Gabry sono banditi per sempre. Grazie di tutto!!! Maria Grazia Macciocu
■ Campus musicale Il concerto della Banda S.Domenico Savio è stato preceduto da una settimana di Campus Musicale. Quest' anno i protagonisti sono stati i ragazzi della micro e della Junior band. Il Campus è stato strutturato per offrire loro un'esperienza di crescita sia dal punto di vista musicale che umano. Ogni giorno erano previste circa due ore di musica d'insieme seguite da giochi e divertenti attività. Il tutto si concludeva con la cena e qualche ora trascorsa insieme a giocare ballare e divertirsi. Tutti i componenti della banda sono profondamente grati ai genitori dei bambini del campus che si sono messi a disposizione per l'intrattenimento e per la preparazione dei pasti... Grazie!!! Maria Grazia Macciocu
■ La festa della Madonna della pace a Stagnali.
E quando l'uomo riceve il perdono del Signore è pronto a diventare operatore di pace, a portare pace a tutti gli altri!".
Maria Vitiello
■ Il dono di una nuova esperienza a Lourdes.
Angela Canu
■ San Benedetto a Porto Istana.
D.D.
■ Condoglianze ai famigliari di Antonio Acciaro che è tornato alla casa del Padre celeste.
AVVISI Parrocchia Agonia di N.S.G.C. - Moneta
1. Sabato 13 luglio h.19.00 S. Messa nella cappella “Stella Maris” al Villaggio Piras (per il mese di luglio e agosto).
AVVISI Parrocchia Santa Maria Maddalena 1) Sabato 13 luglio h. 19.00 nella chiesa parrocchiale inizia la Novena di Santa Maria Maddalena, inserita nella Messa. (Vedi manifesto) 2)Lunedì 22 luglio * Solennità di Santa Maria Maddalena, patrona dell’Isola e dell’Arcipelago. 3) Sabato 27 luglio Pellegrinaggio alle isole di Razzoli e Budelli. Per le iscrizioni rivolgersi a Pierluigi Aversano al 3491534378. 4) Dal 25 settembre al 7 ottobre pellegrinaggio parrocchiale a Cracovia - Czestochowa- Auschwitz - Vienna e Praga. Per le iscrizioni rivolgersi a Paolo Provenzano.
Orari delle Messe nelle Chiese dell’Isola
Giorni Festivi Ore 7.30 Bambino Gesù (Due Strade) Ore 9.00 Agonia di N.S.G.C. – Moneta Ore 10.00 Santa Maria Maddalena Ore 18.00 Sacra Famiglia - Padule Ore 19.00 Madonna della Pace – Stagnali Ore 20.00 Santa Maria Maddalena
Sabato e Prefestivi Ore 17.00 Cappella Ospedale Civile Ore 18.00 Agonia di N.S.G.C. - Moneta Ore 19.00 Santa Maria Maddalena Ore 19.00 Villaggio Piras
Giorni Feriali Ore 8.00 lunedì Agonia di N.S.G.C. - Moneta Ore 08.30 S. Maria Maddalena Ore 18.30 da martedì a venerdì Agonia di N.S.G.C. - Moneta Ore 19.00 S. Maria Maddalena.
Ogni primo mercoledì del mese: Ore 15.45 in cimitero
Ogni secondo mercoledì del mese: Ore 18.00 SS. Trinità
M A G I S T E R O
UNA PREGHIERA È VERAMENTE CRISTIANA SE HA ANCHE UNA DIMENSIONE UNIVERSALE Il Vangelo di Lc 10,1-12.17-20 presenta Gesù che invia in missione settantadue discepoli, in aggiunta ai dodici apostoli. Il numero settantadue indica probabilmente tutte le nazioni. Infatti nel libro della Genesi si menzionano settantadue nazioni diverse. Così questo invio prefigura la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo a tutte le genti. A quei discepoli Gesù dice: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Questa richiesta di Gesù è sempre valida. Sempre dobbiamo pregare il “padrone della messe”, cioè Dio Padre, perché mandi operai a lavorare nel suo campo che è il mondo. E ciascuno di noi lo deve fare con cuore aperto, con un atteggiamento missionario; la nostra preghiera non dev’essere limitata solo ai nostri bisogni, alle nostre necessità: una preghiera è veramente cristiana se ha anche una dimensione universale. Nell’inviare i settantadue discepoli, Gesù dà loro istruzioni precise, che esprimono le caratteristiche della missione. La prima – abbiamo già visto –: pregate; la seconda: andate; e poi: non portate borsa né sacca…; dite: “Pace a questa casa”…restate in quella casa…Non passate da una casa all’altra; guarite i malati e dite loro: “è vicino a voi il Regno di Dio”; e, se non vi accolgono, uscite sulle piazze e congedatevi. Questi imperativi mostrano che la missione si basa sulla preghiera; che è itinerante: non è ferma; che richiede distacco e povertà; che porta pace e guarigione, segni della vicinanza del Regno di Dio; che non è proselitismo ma annuncio e testimonianza; e che richiede anche la franchezza e la libertà evangelica di andarsene evidenziando la responsabilità di aver respinto il messaggio della salvezza, ma senza condanne e maledizioni. Se vissuta in questi termini, la missione della Chiesa sarà caratterizzata dalla gioia. E come finisce questo passo? «I settantadue tornarono pieni di gioia». Non si tratta di una gioia effimera, che scaturisce dal successo della missione; al contrario, è una gioia radicata nella promessa che – dice Gesù – «i vostri nomi sono scritti nei cieli». Con questa espressione Egli intende la gioia interiore, la gioia indistruttibile che nasce dalla consapevolezza di essere chiamati da Dio a seguire il suo Figlio. Cioè la gioia di essere suoi discepoli. Oggi, per esempio, ognuno di noi, qui in Piazza, può pensare al nome che ha ricevuto nel giorno del Battesimo: quel nome è “scritto nei cieli”, nel cuore di Dio Padre. Ed è la gioia di questo dono che fa di ogni discepolo un missionario, uno che cammina in compagnia del Signore Gesù, che impara da Lui a spendersi senza riserve per gli altri, libero da sé stesso e dai propri averi. Invochiamo insieme la materna protezione di Maria Santissima, perché sostenga in ogni luogo la missione dei discepoli di Cristo; la missione di annunciare a tutti che Dio ci ama, ci vuole salvare e ci chiama a far parte del suo Regno. (ANGELUS - Domenica 07/07/2019)
GIUSTIZIA SOCIALE ED ECOLOGIA SONO PROFONDAMENTE INTERCONNESSE
Dopo aver affrontato lo scorso anno il tema della plastica che sta soffocando il nostro pianeta, oggi riflettete sulla situazione grave e non più sostenibile dell’Amazzonia e dei popoli che la abitano. Vi ispirate così al tema del Sinodo dei Vescovi che si celebrerà nel prossimo ottobre per la regione panamazzonica. La situazione dell’Amazzonia è triste paradigma di quanto sta avvenendo in più parti del pianeta: una mentalità cieca e distruttrice che predilige il profitto alla giustizia; mette in evidenza l’atteggiamento predatorio con il quale l’uomo si rapporta con la natura. Per favore, non dimenticate che giustizia sociale ed ecologia sono profondamente interconnesse! Ciò che sta accadendo in Amazzonia avrà ripercussioni a livello planetario, ma già ha prostrato migliaia di uomini e di donne derubate del loro territorio, divenute straniere nella propria terra, depauperate della propria cultura e delle proprie tradizioni, spezzando l’equilibrio millenario che univa quei popoli alla loro terra. L’uomo non può restare spettatore indifferente dinanzi a questo scempio, né tanto meno la Chiesa può restare muta: il grido dei poveri deve risuonare sulla sua bocca. Le Comunità Laudato si’ sono impegnate non solo a far risuonare l’insegnamento proposto nell’omonima Enciclica, ma a favorire nuovi stili di vita. In questa prospettiva pragmatica, desidero consegnarvi tre parole. La prima parola è dossologia Dinanzi al bene della creazione e soprattutto dinanzi al bene dell’uomo che della creazione è vertice, ma pure custode, è necessario assumere l’atteggiamento della lode. Dinanzi a tanta bellezza, con rinnovato stupore, con occhi da fanciulli, dobbiamo essere capaci di apprezzare la bellezza di cui siamo circondati e di cui anche l’uomo è intessuto. La lode è frutto della contemplazione, la contemplazione e la lode portano al rispetto, il rispetto diviene quasi venerazione dinanzi ai beni della creazione e del suo Creatore. La seconda parola è eucaristia L’atteggiamento eucaristico dinanzi al mondo e ai suoi abitanti sa cogliere lo statuto di dono che ogni vivente porta in sé. Ogni cosa ci viene consegnata gratuitamente non per essere depredata e fagocitata, ma per divenire a sua volta dono da condividere, dono da donare perché la gioia sia per tutti e sia, per questo, più grande. La terza parola è ascesi Ogni forma di rispetto nasce da un atteggiamento ascetico, cioè dalla capacità di saper rinunciare a qualcosa per un bene più grande, per il bene degli altri. L’ascesi ci aiuta a convertire l’atteggiamento predatorio, sempre in agguato, per assumere la forma della condivisione, della relazione ecologica, rispettosa e garbata. Auspico che le Comunità Laudato si’ possano essere germe di un rinnovato modo di vivere il mondo, per dargli futuro, per custodirne la bellezza e l’integrità per il bene di ogni vivente, ad maiorem Dei gloriam. (Messaggio al II Forum delle Comunità LAUDATO SI’- Amatrice, 6 luglio 2019)
IL SIGNORE È RIPARO PER I FEDELI CHE LO INVOCANO NELLA TRIBOLAZIONE
Oggi la Parola di Dio ci parla di salvezza e di liberazione. Salvezza. Durante il suo viaggio da Bersabea a Carran, Giacobbe decide di fermarsi a riposare in un luogo solitario. In sogno, vede una scala che in basso poggia sulla terra e in alto raggiunge il cielo. La scala, sulla quale salgono e scendono gli angeli di Dio, rappresenta il collegamento tra il divino e l’umano, che si realizza storicamente nell’incarnazione di Cristo, offerta amorosa di rivelazione e di salvezza da parte del Padre. La scala è allegoria dell’iniziativa divina che precede ogni movimento umano. E’ Dio che “scende”, è il Signore che si rivela, è Dio che salva. Di fronte a questa rivelazione, Giacobbe compie un atto di affidamento al Signore, che si traduce in un impegno di riconoscimento e adorazione che segna un momento essenziale nella storia della salvezza. Chiede al Signore di proteggerlo nel difficile viaggio che dovrà proseguire e dice: «Il Signore sarà il mio Dio». Facendo eco alle parole del patriarca, al Salmo abbiamo ripetuto: “Mio Dio, in te confido”. È Lui il nostro rifugio e la nostra fortezza, scudo e corazza, àncora nei momenti di prova. Il Signore è riparo per i fedeli che lo invocano nella tribolazione. Del resto è proprio in questi frangenti che la nostra preghiera si fa più pura, quando ci accorgiamo che valgono poco le sicurezze che offre il mondo e non ci resta che Dio. Solo Dio spalanca il Cielo a chi vive in terra. Solo Dio salva. E questo totale ed estremo affidamento è ciò che accomuna il capo della sinagoga e la donna malata nel Vangelo. Sono episodi di liberazione. Entrambi si avvicinano a Gesù per ottenere da Lui ciò che nessun altro può dare loro: liberazione dalla malattia e dalla morte. Da una parte abbiamo la figlia di una delle autorità della città; dall’altra abbiamo una donna afflitta da una malattia che fa di lei una reietta, una emarginata, una persona impura. Ma Gesù non fa distinzioni: la liberazione è elargita generosamente in entrambi i casi. Il bisogno pone entrambe, la donna e la fanciulla, tra gli “ultimi” da amare e rialzare. Gesù rivela ai suoi discepoli la necessità di un’opzione preferenziale per gli ultimi, i quali devono essere messi al primo posto nell’esercizio della carità. Sono tante le povertà di oggi; come ha scritto San Giovanni Paolo II, i «“poveri”, nelle molteplici dimensioni della povertà, sono gli oppressi, gli emarginati, gli anziani, gli ammalati, i piccoli, quanti vengono considerati e trattati come “ultimi” nella società». In questo sesto anniversario della visita a Lampedusa, penso agli “ultimi” che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono. Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare. Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti. Nello spirito delle Beatitudini siamo chiamati a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli. Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! “Non si tratta solo di migranti!”, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata. Viene spontaneo riprendere l’immagine della scala di Giacobbe. In Gesù Cristo il collegamento tra la terra e il Cielo è assicurato e accessibile a tutti. Ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. Potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo. Si tratta di una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare. (Celebrazione Eucaristica nell’anniversario della visita a Lampedusa - OMELIA - Lunedì 08/07/2019) a cura di A. Panzera |
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Ultimo aggiornamento Domenica 14 Luglio 2019 16:08 |