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EDITORIALE
ONESTI CITTADINI E BUONI CRISTIANI I vescovi della chiesa Italiana ci hanno invitato per il decennio, che ormai giunge alla conclusione, 2010 – 2020 ad indirizzare la nostra attenzione sull’emergenza educativa. Oggi più che mai ci accorgiamo come sia urgente che anche noi comunità cristiana svolgiamo un ruolo importante nell’azione educativa. C’è bisogno di nuove alleanze educative, di collaborazione dentro la comunità civile affinchè si possano accompagnare le nuove generazioni ad una crescita umana fatta di scelte e di responsabilità, che orientino sempre al bene. Il nostro Oratorio si assume questo impegno, proprio sotto l’esempio del patrono San Giovanni Bosco, il quale invitava ad essere buoni cristiani e onesti cittadini, non possiamo come comunità cristiana separare le due cose, ma anzi esse devono essere fortemente unite. Questa è la linea che ha voluto assumere il nostro oratorio, proprio per questo stiamo portando avanti delle iniziative volte all’educazione delle nuove generazioni, ma anche all’accompagnamento e al supporto dei genitori. In questo periodo abbiamo già iniziato degli incontri formativi con esperti esterni volti alla formazione umana dei ragazzi. Proprio con quest’ultimo aspetto voglio concludere: molte volte mettiamo da parte la sfera umana della persona anche in quello che riguarda l’evangelizzazione, invece dobbiamo prendere coscienza che oggi più che mai abbiamo bisogno di educare l’uomo, affinché possa diventare un cristiano. Don Davide
RINGRAZIAMENTI AL COMITATO Con un po’ di ritardo, dovuto ai molteplici impegni e situazioni dalla difficile e dolorosa gestione, voglio esprimere il mio personale apprezzamento al Comitato dei Festeggiamenti per i 250 anni della Parrocchia di Santa Maria Maddalena. Tutti ricordiamo le difficoltà incontrate per la formazione del gruppo "classe ’68". Poi, su invito di don Domenico, sono arrivate in aiuto forze nuove . Tutti insieme hanno accettato la sfida con grande disponibilità e generosità. Gli obiettivi sono stati portati a termine con determinazione, impegno e grande spirito di servizio verso la comunità cristiana e civile dell’isola. Ringrazio di cuore il presidente Antonello Porcu e, con lui, tutto il comitato. Che il Signore benedica sempre i vostri passi . Cari e affettuosi auguri al nuovo comitato che inaugurerà pubblicamente la sua attività in occasione della processione di Pasqua e del pranzo di Pasquetta a Stagnali. Anche su di voi scenda copiosa Benedizione. Buon lavoro e ancora grazie a tutti. Don Andrea
I FATTI DELLA SETTIMANA Rami secchi, tronchi contorti ed asciugati da ogni linfa vitale……..le tavole della legge…..lì……sull’altare a ricordarci la parola di Dio. Certo il deserto non è un posto piacevole e comodo ma è il luogo che ci aiuta a riflettere sulla nostra vita spirituale. In questa atmosfera durante la celebrazione iniziata con lo STABAT MATER e conclusa con la S.Messa celebrata dal frate cappuccino Pier Luigi, novello sacerdote, con l’olio santo non ancora asciugato nelle sue mani come ha sottolineato don Andrea, credo che tutti i presenti abbiano avuto modo di riflettere, capire chi siamo e cosa vogliamo fare della nostra vita. L’omelia semplice ma efficace ci ha guidato in questo momento di raccoglimento spirituale, per comprendere meglio il significato della quaresima. Quindi con la mente nel deserto ……del Sahara o del Gobi ……che la chiesetta di Stagnali ha aiutato a rendere quasi reale, pregando insieme lo abbiamo attraversato senza paura, per arrivare ai nostri cuori spesso aridi e secchi come questi luoghi geografici e vi abbiamo piantato il seme della speranza, che la PASQUA ormai vicina farà piacevolmente rifiorire. Lella Rubbiani
■ Giornata Diocesana dei Cresimandi
Conclusa la premiazione, dove i nostri ragazzi hanno guadagnato uno splendido quarto posto, si è tornati verso casa. I ragazzi di Santa Maria Maddalena e di Moneta hanno vissuto questa giornata insieme, proprio per dimostrare come uno dei frutti dello Spirito è l’unità. Ringraziamo i genitori e gli adulti che hanno voluto partecipare. Grati tutti al Signore per questa giornata e per aver scoperto che si è in tanti a credere in Gesù, ed è bello!! Le catechiste, Anna, Cecilia, Samantha, Simona.
■ Onesti cittadini: incontro sul bullismo, pericoli del web e il rispetto verso l’altro.
Il colonnello ha presentato la realtà e le varie dinamiche del bullismo e dei pericoli del web, si sono analizzate anche delle situazioni non lontane dalla nostra realtà, proprio per far capire ai ragazzi i pericoli di alcuni situazioni. Il colonnello nei suoi interventi più volte ha sottolineato l’importanza che ognuno di noi si senta responsabile delle proprie azioni e naturalmente del rispetto che ci deve essere sempre verso ogni persona. I ragazzi sono stati attenti e sono intervenuti con varie domande, aiutati e stimolati anche da don Davide, il quale nel concludere e nel ringraziare ha sottolineato l’importanza di questo incontro nel cammino che stanno facendo in oratorio dove si sta parlando di comunità, scelte e responsabilità. Don Davide
■ A Tempio alla Casa del Fanciullo nuovo servizio di consulenza.
Il servizio va a potenziare il centro "Dimmi ti ascolto" che ospita bambini vittime di abusi, dal bullismo alla pedofilia. Per l'occasione erano presenti il Procuratore della Repubblica di Tempio, Gregorio Capasso, il cui intervento s’è incentrato intorno alla violenza di genere e la pedofilia; Letizia Marazzi, Psicologa e psicoterapeuta, fondatrice del Centro voluto dalla Diocesi, che ha illustrato il lavoro svolto a due anni dall'apertura, durante i quali sono state ascoltate 1350 persone e sono stati svolti 37 incidenti probatori e ascolti protetti; la psicologa e psicoterapeuta Annamaria Curtale, che è a capo del nuovo servizio. Ha concluso mons. Sebastiano Sanguinetti, che ha illustrato le motivazioni profonde di questo servizio svolto in sinergia. Claudio Ronchi
■Una croce luminosa a Due Strade per il Terzo Millennio
Claudio Ronchi
■ Adorazione della Croce e Settimana Santa a Moneta.
Ho dedicato al Crocifisso la seguente preghiera.
Ai piedi della Croce. Gesù, eccomi ai piedi della Tua Croce, fisso è il mio sguardo sofferente verso il Tuo volto sfigurato, ma il Tuo dolore è più del mio dolore: che il mio capo sia crocifisso con il Tuo chinato su ogni volto smarrito e triste. Gesù , le mie mani sono piene del mondo, eccole: che siano crocifisse con le Tue per accogliere e abbracciare coloro che fuggono da guerre, violenze, cattiverie umane… Gesù, i miei piedi sono fermi, eccoli: che siano crocifissi con i Tuoi per correre incontro agli afflitti, ai malati, ai carcerati, ai perseguitati… Gesù, il mio cuore è vuoto d’amore, eccolo: che sia trafitto dalla lancia del pianto di tanti bimbi innocenti per aprirlo al loro grido di aiuto, di amore, di giustizia, di libertà, di affetto… Gesù, i miei occhi sono spenti, eccoli: aiutami a piangere i miei peccati, aiutami a ritrovare la gioia, aiutami a guardare sempre il Tuo volto a sperare d’ essere partecipe della Tua Gloria. Gesù, abbi misericordia del mondo, Gesù, fammi come Te misericordioso. Agostino Canu
■ Il Ragazzo con la Pagella. “Che i sogni dei nostri ragazzi possano mettere radici nei nostri sogni di adulti… per non naufragare”. Ho commentato così la storia del “ragazzo con la pagella”. Era nascosta dove si tengono le cose più care, ripiegata con cura e cucita nella giacca, con i voti delle materie scritte in arabo e francese. Quella pagella, conservata con amore e orgoglio, forse anche nella speranza che dimostrasse le sue buone intenzioni, è tutto ciò che sappiamo del suo proprietario, un ragazzo di quattordici anni proveniente dal Mali, morto nel Mediterraneo senza nessuno che lo potesse piangere. Ma una cosa è certa, quella pagella è simbolo di un sogno che si è infranto contro la nostra incapacità di sognare, un sogno che non ha trovato la possibilità di fiorire perché le sue radici sono affondate nel terreno arido del nostro egoismo, della nostra paura o indifferenza. Ed è naufragato. È rimasto due anni in fondo al mare ed ora è riemerso con tutti i suoi interrogativi, denunce e provocazioni. Nell’Esortazione apostolica rivolta ai giovani Papa Francesco riporta le parole di un ragazzo delle isole Samoa: «La Chiesa è una canoa, in cui gli anziani aiutano a mantenere la rotta interpretando la posizione delle stelle e i giovani remano con forza immaginando ciò che li attende più in là. Non lasciamoci portare fuori strada né dai giovani che pensano che gli adulti siano un passato che non conta più, che è già superato, né dagli adulti che credono di sapere sempre come dovrebbero comportarsi i giovani. Piuttosto, saliamo tutti sulla stessa canoa e insieme cerchiamo un mondo migliore, sotto l’impulso sempre nuovo dello Spirito Santo». Solo così, vivendo il presente in continuità con il passato e aperti al futuro, si dà corpo alla speranza. Nessuna posizione da difendere, solo il coraggio di camminare tendendo la mano, e tenendo per mano quanti la provvidenza ci mette accanto. Forse dobbiamo tornare a guardare le stelle per interpretare la rotta della fraternità universale. Sempre in “Christus vivit” ci vengono prospettate tre verità, autentiche stelle nella ricerca di un orientamento dentro il deserto di una cultura miope, ripiegata sul presente, di una “logica del tutto subito, dell’avere sempre di più, del benessere che porta al disinteresse per gli altri” soprattutto se diversi per etnia e religione. La prima stella è «Dio ti ama». Il messaggio è di una semplicità disarmante. Eppure proprio questo è il punto critico dell’annuncio cristiano, perché non riusciamo più a farlo risuonare con coerenza e convinzione. La seconda è che «Cristo, per amore, ha dato sé stesso fino alla fine». Questa testimonianza d’amore, che arriva alla croce, o ci fa superare tutte le nostre fragilità e contraddizioni, le nostre resistenze e i nostri timori, oppure non è capito e accolto. La terza stella è «Gesù vive». Non è solamente un bell’esempio del passato ma la forza travolgente che prospetta un futuro che va oltre ogni immaginazione. Solo credendo e alimentandoci all’amore infinito possiamo arginare l’infinita tristezza in cui sta piombando la nostra cultura occidentale. fz
Avvisi Parrocchia Santa Maria Maddalena
Lunedì 15 aprile “pulizie di Pasqua” nella chiesa di S. Maria Maddalena: invito le persone disponibili per la preparazione della chiesa alle feste pasquali.
PARROCCHIA AGONIA DI N.S.G.C. –MONETA
SETTIMANA SANTA 2019
14 APRILE *DOMENICA DELLE PALME* h. 9.00 S. Messa h.10.00 Benedizione delle palme e degli ulivi nel giardino dell’Oasi Serena, a seguire processione e Santa Messa Solenne. 16 APRILE *MARTEDI’ SANTO* STAZIONE QUARESIMALE AGONIA DI N.S.G.C. h. 9.00 Lodi. h. 18.00 Santa Messa e Vestizione della Madonna a lutto. 17 APRILE *MERCOLEDI’ SANTO.* h.9.00 Lodi. h. 18.00 Cattedrale di Tempio – Santa Messa del Crisma. Non ci sarà la S.Messa della sera in parrocchia. 18 APRILE *GIOVEDI’ SANTO* FESTA TITOLARE DELLA PARROCCHIA E GIORNATA DELLA CARITA’. h. 9.00 Lodi. h.16.30 Confessioni. h.18.00 Santa Messa in Cena Domini e la lavanda dei piedi. h. 19.30 Agape fraterna ( cena aperta a tutti con l’invito di portare qualcosa per la condivisione). h. 21.00 Ora Santa e Adorazione. 19 APRILE *VENERDI’ SANTO* PASSIONE DEL SIGNORE ASTINENZA E DIGIUNO. Giornata per le opere della Terra Santa h. 9.00 Lodi. Confessioni dalle h. 9.30 alle h. 11.30. h.15.00 Inizio della Novena alla Divina Misericordia e Via Crucis nell’ora della morte di Gesù. h. 16.00 Liturgia della Passione del Signore con la deposizione di Gesù dalla croce. Confessioni dalle h.17.30 alle h.18.30 . h. 21.30 Via Crucis cittadina animata dai Giovani con partenza dalla chiesa dell’Agonia di N.S.G.C. 20 APRILE *SABATO SANTO* h. 9.00 Lodi. Confessioni dalle h. 9.30 alle h. 11.30 e dalle h. 16.00 alle h.18.00. h. 22.00 *VEGLIA PASQUALE* di entrambe le Comunità Parrocchiali nella chiesa di S.Maria Maddalena . 21 APRILE *PASQUA DI RISURREZIONE* h. 9.00 Santa Messa Solenne e a seguire la Processione dell'Incontro del Cristo Risorto con Santa Maria Maddalena in Piazza Umberto I. 22 APRILE *LUNEDÌ – PASQUETTA* h. 9.00 S. Messa Da martedì 23 aprile l'orario delle Messe serali verrà posticipato alle h. 18.30.
PARROCCHIA SANTA MARIA MADDALENA
SETTIMANA SANTA 2019
14 Aprile *Domenica delle Palme* : Giornata della Gioventù. h. 10,30: Benedizione delle Palme presso l’Istituto S. Vincenzo e Processione. h. 11,00 S. Messa solenne in parrocchia. Gli orari delle altre Messe saranno quelli domenicali. 15 aprile *Lunedì Santo* Confessioni dalle h.9.30 alle 12.00 e dalle h. 16.00 alle h. 19.00 . h. 18.00: S. Messa con il rito d' innalzamento della Croce e presentazione dei segni della Passione. 16 aprile *Martedì Santo* : Confessioni dalle h.9.30 alle h. 12.30 e dalle h.15.30 alle h. 17.00; h. 18.00 Stazione quaresimale c/o la chiesa di Moneta. 17 aprile *Mercoledì Santo* Confessioni dalle h. 9.00 alle h. 12.00. Alle h. 18.00, in Cattedrale a Tempio, S.Messa del Crisma e consacrazione degli Olii Santi. Non ci sarà la S.Messa della sera in parrocchia. Triduo Pasquale 18 aprile *Giovedì Santo*: Giornata della Carità. h.8.00: Ufficio delle letture e Lodi h. 17.30: S. Messa in Coena Domini e lavanda dei piedi. h. 21.30: Adorazione del Santissimo Sacramento. 19 aprile *Venerdì Santo:* ASTINENZA E DIGIUNO. Giornata per le opere della Terra Santa. h.8.00: Ufficio delle letture e Lodi Confessioni dalle h.9.00 alle h. 12.00 . h. 15.00: Coroncina della Divina Misericordia. h. 15.15: Celebrazione delle Sette Parole. Confessioni dalle h.15,30 alle h. 17.30 . h. 18.00: LITURGIA DELLA PASSIONE DEL SIGNORE. h. 21.30: Via Crucis cittadina animata dai Giovani partendo dalla chiesa di Moneta. (È disponibile il Servizio navetta per Moneta alle h. 21.00 e alle h. 21.20) 20 aprile *Sabato Santo* . h.8.00: Ufficio delle letture e Lodi. Confessioni dalle h. 9.00 alle h. 12.00 e dalle h. 15.30 alle h. 19.00 h. 22.00: *VEGLIA PASQUALE* di entrambe le Comunità Parrocchiali nella chiesa di S. Maria Maddalena. 21 aprile *PASQUA DI RESURREZIONE* h. 9.30 Messa Solenne. Seguirà la Processione dell’Incontro tra il Risorto e S. Maria Maddalena in piazza Umberto I alle h. 10.30 circa, rientro della processione e S. Messa Solenne. Gli orari delle altre Messe saranno quelli domenicali. 22 aprile *Lunedì dell’Angelo* Le Sante Messe saranno alle h. 8.30 e alle h. 18.00.
Da martedì 23 aprile l'orario delle Messe serali verrà posticipato alle h. 19.00.
Orari delle Messe nelle Chiese dell’Isola
Giorni Festivi Ore 8.00 Bambino Gesù (Due Strade) Ore 9.00 Agonia di N.S.G.C. – Moneta Ore 9.30 Santa Maria Maddalena Ore 11.00 Santa Maria Maddalena Ore 18.00 Santa Maria Maddalena
Sabato e Prefestivi Ore 16.15 Agonia di N.S.G.C. - Moneta Ore 16.30 Cappella Ospedale Civile Ore 18.00 S. Maria Maddalena
Giorni Feriali Ore 8.00 lunedì Agonia di N.S.G.C. - Moneta Ore 08.30 S. Maria Maddalena Ore 17.30 da martedì a venerdì Agonia di N.S.G.C. - Moneta Ore 18.00 S. Maria Maddalena.
Ogni prima domenica del mese: Ore 17.00 Sacra Famiglia (Padule)
Ogni seconda domenica del mese Ore 10.30 Madonna della Pace – Stagnali
Ogni primo mercoledì del mese: Ore 15.45 in cimitero
Ogni secondo mercoledì del mese: Ore 16.00 SS. Trinità
M A G I S T E R O
LASCIAMO CADERE DALLE NOSTRE MANI LE PIETRE DELLA DENIGRAZIONE, DELLA CONDANNA E DEL CHIACCHIERICCIO!
Mentre Gesù sta insegnando nel tempio, gli scribi e i farisei gli portano una donna sorpresa in adulterio; la pongono nel mezzo e chiedono a Gesù se si deve lapidarla, così come prescrive la Legge di Mosè. Gli posero il quesito «per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo». Si può supporre che il loro proposito fosse questo – vedete la malvagità di questa gente: il “no” alla lapidazione sarebbe stato un motivo per accusare Gesù di disobbedienza alla Legge; il “sì”, invece, per denunciarlo all’autorità romana, che aveva riservato a sé le sentenze e non ammetteva il linciaggio popolare. E Gesù deve rispondere. Gli interlocutori di Gesù sono chiusi nelle strettoie del legalismo e vogliono rinchiudere il Figlio di Dio nella loro prospettiva di giudizio e condanna. Ma Egli non è venuto nel mondo per giudicare e condannare, bensì per salvare e offrire alle persone una vita nuova. E come reagisce Gesù davanti a questa prova? Prima di tutto rimane per un po’ in silenzio, e si china a scrivere col dito per terra, quasi a ricordare che l’unico Legislatore e Giudice è Dio che aveva scritto la Legge sulla pietra. E Poi dice: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». In questo modo Gesù fa appello alla coscienza di quegli uomini: loro si sentivano “paladini della giustizia”, ma Lui li richiama alla consapevolezza della loro condizione di uomini peccatori, per la quale non possono arrogarsi il diritto di vita o di morte su un loro simile. A quel punto, uno dopo l’altro, cominciando dai più anziani – cioè quelli più esperti delle proprie miserie – se ne andarono tutti, rinunciando a lapidare la donna. Questa scena invita anche ciascuno di noi a prendere coscienza che siamo peccatori, e a lasciar cadere dalle nostre mani le pietre della denigrazione e della condanna, del chiacchiericcio, che a volte vorremmo scagliare contro gli altri. Quando noi sparliamo degli altri, buttiamo delle pietre, siamo come questi. Alla fine rimangono solo Gesù e la donna, là in mezzo: «la misera e la misericordia», dice Sant’Agostino. Gesù è l’unico senza colpa, l’unico che potrebbe scagliare la pietra contro di lei, ma non lo fa, perché Dio “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva”. E Gesù congeda la donna con queste parole stupende: «Va’ e d’ora in poi non peccare più». E così Gesù apre davanti a lei una strada nuova, creata dalla misericordia, una strada che richiede il suo impegno di non peccare più. È un invito che vale per ognuno di noi: Gesù quando ci perdona ci apre sempre una strada nuova per andare avanti. In questo tempo di Quaresima siamo chiamati a riconoscerci peccatori e a chiedere perdono a Dio. E il perdono, a sua volta, mentre ci riconcilia e ci dona la pace, ci fa ricominciare una storia rinnovata. Ogni vera conversione è protesa a un futuro nuovo, ad una vita nuova, una vita bella, una vita libera dal peccato, una vita generosa. (Angelus - V Domenica di Quaresima, 7 aprile 2019)
EVITIAMO DI ESSERE TENTATI DAL CEDERE AL FALLIMENTO È possibile preferire il «fallimento», la «desolazione» o la «stanchezza» alla «guarigione», alla «consolazione» e alla «speranza»? Può sembrare strano, ma è quello che spesso accade nella vita del cristiano che si lascia andare al lamento e all’insoddisfazione. E questa è una vera e propria malattia spirituale . Il brano biblico dei Numeri 21, 4-9 fa riflettere sulla stanchezza del popolo di Dio che, in cammino verso la terra promessa, non sopportò il viaggio. Essi avevano incominciato con entusiasmo credendo in Mosè: prepararono l’agnello, i pani, tutto, per fuggire: avevano speranza. Poi venne la gioia dell’uscita dall’Egitto, quindi, sulla riva del mare, la paura. Gli israeliti infatti vedevano venire l’esercito e incominciarono a insultare Mosè: “Ci hai portato qui per farci uccidere!”. Ma la paura, in breve, grazie al miracolo del mare, si trasformò nella gioia della liberazione, e andarono avanti. Arrivarono, poi, i tempi duri del deserto e con questi la stanchezza: il popolo non sopportò il cammino. Così se prima, nel tempo della liberazione erano tutti contenti, in quel momento incominciarono le mormorazioni contro Mosè: “Ma, questo ci ha fatto venire qui per farci morire nel deserto — Ma noi in Egitto eravamo più felici. Avevano perso la memoria. La stanchezza è selettiva: sempre ci fa vedere il brutto del momento che stiamo vivendo e dimenticare le cose buone che abbiamo ricevuto. Con la mormorazione arriva anche il distacco da Dio. Gli israeliti si dimenticano anche che era stato proprio il Signore a liberarli: se la prendono con Mosè, si lamentano con il Signore, e perfino arrivano all’apostasia. Lo spirito di stanchezza ci toglie la speranza. Ma, quello che è successo ai nostri padri nel deserto succede a noi nei tempi della desolazione, quando non si vedono i risultati della promessa, subito. Allora il popolo non sopportò il viaggio; e anche oggi noi, quando siamo in desolazione, non sopportiamo il viaggio e cerchiamo rifugio o negli idoli o nella mormorazione, o tante cose. Del resto, lo spirito di stanchezza porta con sé anche lo spirito di insoddisfazione. Tutto non ci piace, tutto va male…. È questa la desolazione cristiana: l’essere tentati dal cedere al fallimento, l’aver paura delle consolazioni, paura della speranza, paura delle carezze del Signore. E così, tanti cristiani vivono lamentandosi, vivono criticando, vivono nella mormorazione, vivono insoddisfatti. Il racconto biblico sottolinea che il popolo non sopportò il viaggio. E anche noi cristiani tante volte non sopportiamo il viaggio. E la nostra preferenza è l’attaccamento al fallimento, cioè la desolazione. A volte, i cristiani non sopportano la speranza. A volte, i cristiani preferiscono il fallimento. Capita anche a noi. I cristiani non sopportano la speranza, la guarigione. I cristiani non sopportano la consolazione e sono più attaccati all’insoddisfazione, alla stanchezza, al fallimento. Da qui l’invocazione conclusiva del Papa : Il Signore ci liberi da questa malattia. (Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae - Martedì, 9 aprile 2019)
CATECHESI SUL “PADRE NOSTRO”: Rimetti a noi i nostri debiti
Gesù ci insegna a chiedere al Padre: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). Come abbiamo bisogno del pane, così abbiamo bisogno del perdono. E questo, ogni giorno. Il cristiano che prega chiede anzitutto a Dio che vengano rimessi i suoi debiti, cioè i suoi peccati, le cose brutte che fa. Questa è la prima verità di ogni preghiera: fossimo anche persone perfette, fossimo anche dei santi cristallini che non deflettono mai da una vita di bene, restiamo sempre dei figli che al Padre devono tutto. L’atteggiamento più pericoloso di ogni vita cristiana qual è? È l’orgoglio. È l’atteggiamento di chi si pone davanti a Dio pensando di avere sempre i conti in ordine con Lui. Come quel fariseo della parabola, che nel tempio pensa di pregare ma in realtà loda sé stesso davanti a Dio: “Ti ringrazio, Signore, perché io non sono come gli altri”. E la gente che si sente perfetta, la gente che critica gli altri, è gente orgogliosa. Nessuno di noi è perfetto, nessuno. Al contrario il pubblicano, che era dietro, nel tempio, un peccatore disprezzato da tutti, si ferma sulla soglia del tempio, e non si sente degno di entrare, e si affida alla misericordia di Dio. E Gesù commenta: «Questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato» cioè perdonato, salvato. Perché? Perché non era orgoglioso, perché riconosceva i suoi limiti e i suoi peccati. Ci sono peccati che si vedono e peccati che non si vedono. Ci sono peccati eclatanti che fanno rumore, ma ci sono anche peccati subdoli, che si annidano nel cuore senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Il peggiore di questi è la superbia che può contagiare anche le persone che vivono una vita religiosa intensa. Il peccato divide la fraternità, il peccato ci fa presumere di essere migliori degli altri, il peccato ci fa credere che siamo simili a Dio. E invece davanti a Dio siamo tutti peccatori e abbiamo motivo di batterci il petto – tutti! – come quel pubblicano al tempio. San Giovanni, nella sua prima Lettera, scrive: «Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi» (1 Gv 1,8). Siamo debitori anzitutto perché in questa vita abbiamo ricevuto tanto: l’esistenza, un padre e una madre, l’amicizia, le meraviglie del creato... Anche se a tutti capita di attraversare giorni difficili, dobbiamo sempre ricordarci che la vita è una grazia, è il miracolo che Dio ha estratto dal nulla. In secondo luogo siamo debitori perché, anche se riusciamo ad amare, nessuno di noi è capace di farlo con le sue sole forze. L’amore vero è quando possiamo amare, ma con la grazia di Dio. Nessuno di noi brilla di luce propria. La luce che abbiamo è un riflesso della grazia di Dio, della luce di Dio. Proviamo ad ascoltare la storia di qualche persona che ha sbagliato: un carcerato, un condannato, un drogato … conosciamo tanta gente che sbaglia nella vita. Fatta salva la responsabilità, che è sempre personale, ti domandi qualche volta chi debba essere incolpato dei suoi sbagli, se solo la sua coscienza, o la storia di odio e di abbandono che qualcuno si porta dietro. Amiamo anzitutto perché siamo stati amati, perdoniamo perché siamo stati perdonati. Come non riconoscere, nella catena d’amore che ci precede, anche la presenza provvidente dell’amore di Dio? Nessuno di noi ama Dio quanto Lui ha amato noi. Basta mettersi davanti a un crocifisso per cogliere la sproporzione: Egli ci ha amato e sempre ci ama per primo. Preghiamo dunque: Signore, anche il più santo in mezzo a noi non cessa di essere tuo debitore. O Padre, abbi pietà di tutti noi! (Udienza Generale - Mercoledì 10/04/2019) a cura di A. Panzera |